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Roland Garros 2023, day 12: Swiatek non si ferma, Muchova sorprende. Sabalenka torna a vedere i fantasmi

Iga Swiatek
Iga Swiatek - Foto LiveMedia/Matthieu Mirville/DPPI

Cinque ore e mezza di grande tennis, tre tie-break ed emozioni a non finire. Questo e tanto altro è stato il day 12 del Roland Garros 2023, caratterizzato dalle semifinali femminili e in cui non si può affatto dire di essersi annoiati. A esultare sono state Karolina Muchova e Iga Swiatek, ma una menzione speciale la meritano anche Aryna Sabalenka e Beatriz Haddad Maia, le quali hanno contribuito ad offrire uno spettacolo fantastico al pubblico dello Chatrier.

Il primo pass per l’atto conclusivo se l’è aggiudicato a sorpresa Muchova, capace di uscire vittoriosa da una delle semifinali slam più belle dell’ultimo lustro. Basta guardare il punteggio e la durata del match per farsi un’idea di cosa è stato: 7-6 6-7 7-5 in 3h’17’. I primi due set sono stati molto intensi, ma anche piuttosto lineari e dunque il tie-break è sembrato il giusto epilogo. Non si può dire lo stesso della terza frazione, particolarmente rocambolesca e per larghi tratti dominata da Sabalenka, che dal 2-2 ha conquistato tre giochi di fila e si è portata a match point nell’ottavo gioco. Inspiegabilmente, però, la luce si è spenta e la bielorussa è di fatto uscita dal campo. Lo dicono i numeri, con Muchova che ha vinto 20 dei successivi 24 punti dal match point in poi e ha trionfato con un insperato 7-5.

Ai meriti della ceca non possono non sommarsi i demeriti della numero due del mondo, che ha dilapidato un notevole vantaggio nonostante fosse in controllo, tornando a vedere i fantasmi che avevano caratterizzato il suo 2022, specialmente nella parte iniziale. Un crollo inaspettato soprattutto perché Sabalenka sembrava essere migliorata soprattutto da questo punto di vista in stagione, tanto che negli slam vantava una striscia aperta di successi dopo aver perso il parziale d’apertura (l’ultimo in finale a Melbourne contro Rybakina). Non è invece riuscita a completare l’opera ed ha dovuto salutare Parigi a un passo dall’appuntamento più atteso.

Sorride invece Muchova, che porta a casa una vittoria incredibile, la quinta in carriera (in altrettanti match) contro giocatrici top 3, e raggiunge la finale più importante della sua vita. Un risultato inaspettato perché non era testa di serie e perché la terra battuta non è la sua superficie preferita. Non si può dire invece che sia inaspettato per una giocatrice del talento di Muchova, che senza infortuni probabilmente avrebbe raggiunto questo livello o vissuto exploit simili già tempo fa. Prosegue inoltre la tradizione del tennis ceco, che per il terzo anno dispari consecutivo (2019 Vondrousova, 2021 Krejcikova) porta in finale una propria rappresentante.

L’altra finalista invece, come da pronostico, sarà Iga Swiatek. Terza finale in carriera a Parigi per la polacca, che non ha perso alcun set sul suo cammino ed è diventata la quarta giocatrice più giovane dell’Era Open a raggiungere tre finali al Roland Garros (dopo Seles, Graf ed Evert). Eppure, rispetto alle passeggiate dei turni precedenti, è dovuta rimanere in campo per oltre due ore per avere la meglio di Beatriz Haddad Maia. 6-2 7-6 il punteggio in favore della polacca, che ha dimostrato di saper vincere anche lottando e non solo dominando.

Emblematico il secondo set, in cui ha salvato 5 delle 6 palle break concesse (in quattro turni di servizio diversi) ed è riuscita a uscire indenne dal tie-break, vinto per 9 punti a 7 dopo aver annullato un set point. Per Swiatek si tratta di un risultato importante perché le consente di portarsi a una sola vittoria dal quarto slam della sua carriera, ma soprattutto in ottica ranking. Complice la sconfitta di Sabalenka, si garantisce infatti di restare numero uno al mondo anche a fine Roland Garros, rinviando il duello con la bielorussa alla stagione su erba. Inoltre, scavalca Elena Rybakina al secondo posto della Race.

E in un anno caratterizzato dall’assenza del 14 volte campione Rafa Nadal, è bello che in finale ci sia una giocatrice che può ricalcare le sue orme, con le dovute proporzioni ovviamente. Magari non vincerà 14 Roland Garros, ma comunque a soli 22 anni potrebbe già ottenere la terza affermazione. Come se non bastasse, dopo molto tempo una giocatrice torna ad avere la possibilità di difendere un titolo slam. L’ultima giocatrice a vincere lo stesso Major per due anni di fila fu Serena Williams a Wimbledon, nel 2016. L’ultima a riuscirci al Roland Garros addirittura Justin Henin nel 2007.

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