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Australian Open 2023, non solo Djokovic e Nadal: 5 giocatori da tenere d’occhio per la vittoria finale

Nick Kyrgios
Nick Kyrgios - Foto Ray Giubilo

Manca sempre meno al primo Slam dell’anno, l’Australian Open, che prenderà il via lunedì 16 gennaio a Melbourne. Sono stati sorteggiati i tabelloni del torneo più atteso di inizio stagione e, a racchette ferme, l’equilibrio sembra il fattore preponderante. A guidare il seeding è l’attuale campione in carica: Rafa Nadal, che ha beneficiato dell’assenza del proprio connazionale Carlos Alcaraz, ritiratosi a pochi giorni dall’evento a causa di un infortunio alla coscia. Il campione uscente esordirà contro il giovane Jack Draper, insidioso mancino britannico che merita di essere annoverato tra i peggiori avversari possibili tra quelli a disposizione per le teste di serie.

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Dall’altro lato del tabellone troviamo Casper Ruud, testa di serie n.2, che esordirà contro il ceco Machac. Il norvegese avrà senz’altro voglia di mettersi in mostra dopo l’ottimo finale di stagione e, soprattutto, dopo l’assenza forzata dallo Slam down under dell’anno scorso, a causa di un infortunio.

A proposito di assenze dello scorso anno, impossibile non rivolgere un occhio di riguardo alla testa di serie n.4, Novak Djokovic, che torna in Australia dopo le note vicende del 2022 e lo fa vincendo il torneo di Adelaide, titolo n.92 della sua straordinaria carriera. Allungata la striscia di vittorie consecutive nel continente australiano a 33, Nole è il grande favorito alla vittoria finale e ha tutte le intenzioni di portarsi a casa il decimo trofeo dello Slam di Melbourne. Sorge dunque spontanea una domanda: è scontata la sua vittoria? Andiamo a vedere qualche nome che potrebbe frenare la corsa di Djokovic e Nadal, considerando che, nelle ultime tredici edizioni di uno Slam in cui sono stati presenti entrambi in tabellone, uno dei due ha sempre vinto.

5 nomi da tenere d’occhio

Stefanos Tsitsipas: testa di serie n.3 e reduce da una grande United Cup con la nazionale greca, una sua vittoria non sarebbe una vera e propria sorpresa. È infatti stabilmente in top-10 ormai da tempo e, se in giornata, può battere chiunque. Tuttavia, stiamo parlando di un giocatore che non è stato ancora in grado di mettere le mani su nessuno dei quattro trofei dello Slam. Il greco difende la semifinale, persa nel 2022 contro un Daniil Medvedev in uno stato di forma sensazionale, e si trova nella parte alta del tabellone, nel quarto virtuale di Felix Auger-Aliassime. In United Cup ha battuto Dimitrov, Goffin, Coric e Berrettini, dimostrando di essere in grande condizione. Chissà che non riesca a portarsi a casa il primo trofeo major proprio dall’Australia.

Taylor Fritz: un nome che non è più quello di un outsider. Lo statunitense è un top-10 più che meritevole e lo ha dimostrato ancora una volta in United Cup, sollevando il primo trofeo della storia della competizione con la propria nazionale e vincendo tutti gli incontri di singolare ad eccezione di quello contro Cameron Norrie. Testa di serie n.8, si trova nel quarto virtuale di Casper Ruud e ha tutte le carte in regola per arrivare in fondo. Obiettivo riscattare l’ultima prestazione in uno Slam, quella sconfitta al primo turno allo US Open contro Brandon Holt che nessuno avrebbe potuto prevedere.

Matteo Berrettini: attenzione al nostro numero uno. Matteo arriva a Melbourne con un rinnovato vigore, costruito grazie ai successi in United Cup contro giocatori del calibro di Casper Ruud e Hubert Hurkacz. La sconfitta contro Stefanos Tsitsipas è stata difficile da digerire, ma l’azzurro se l’è giocata fino in fondo, mentre quella contro Taylor Fritz è arrivata quando ormai per l’Italia la vittoria finale sembrava qualcosa meno di un’utopia. Certamente non sarà facile per Matteo, che esordirà contro Andy Murray e potrebbe incontrare di nuovo Ruud (che l’ha sconfitto a New York) al quarto turno, ma stiamo parlando di un giocatore che l’anno scorso riuscì ad approdare in semifinale e fu fermato da un Nadal lanciato verso l’impresa. Berrettini è stato già finalista Slam, guai a depennarlo troppo presto dall’elenco.

Cameron Norrie: un top-10 mancato. Se contassero i punti dello scorso Wimbledon, certamente il britannico avrebbe la posizione che in questo momento sta dimostrando di meritare, ma i numeri contano poco quando si entra in campo. L’anno scorso l’Australia non fu una terra felice: una sconfitta al primo turno contro Sebastian Korda mise fine ai sogni di gloria di un Norrie che era arrivato a Melbourne dopo tre sconfitte consecutive in ATP Cup. Quest’anno l’esordio è contro la wild card Luca Van Assche, astro nascente del tennis francese che non sembra poter creare le stesse insidie di Korda. Il cammino fino al quarto turno sembra in discesa, poi dovrebbe essere la volta di Felix Auger-Aliassime. Il canadese sarebbe un avversario complicato, ma Norrie arriva dalle vittorie contro De Minaur, Nadal e Fritz in United Cup. Che possa essere l’Australia il luogo adatto al salto definitivo tra i migliori?

Nick Kyrgios: l’idolo di casa. Non poteva mancare in questo elenco un giocatore che, quando è convinto di essere un tennista, non è secondo a nessuno. Il funambolo di Canberra l’anno scorso ha pagato, come spesso gli è capitato in carriera, il non essere testa di serie: la sconfitta è arrivata già al secondo turno, contro Daniil Medvedev. Quest’anno Nick ha voglia di stupire e lo sta ripetendo costantemente nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa, ventilando anche la possibilità di ritirarsi dopo aver conquistato uno Slam. Nel 2022 Kyrgios ha mostrato una nuova versione di sé: convinto e concentrato, ha dato prova di poter raggiungere la finale di uno Slam a Wimbledon e si è dimostrato sinceramente rammaricato quando, a New York, non è riuscito ad arrivare in fondo allo US Open. Gli australiani lo amano, nonostante il rapporto conflittuale con la nazionale, e lui saprà certamente approfittare della carica del pubblico per rovinare i piani di Holger Rune (avversario probabile al terzo turno) e Andrey Rublev (avversario probabile al quarto turno). Quando si tratta di Kyrgios, tutto è possibile.

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