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Sinner, sulla terra rossa può nascere un amore

Jannik Sinner
Jannik Sinner - Foto Ray Giubilo

Queste vittorie sono speciali, ma non hai mai troppo tempo per godertele. È stato lo stesso dopo l’Australian Open e dopo Rotterdam. Io sono così, magari altri giocatori festeggiano un po’ di più. Giovedì tornerò ad allenarmi perché non c’è molto tempo per preparare la terra e Montecarlo, miei prossimi obiettivi”. Alzi la mano chi è sorpreso da queste dichiarazioni? Il credo di Jannik Sinner è chiaro da tempo, ben prima del titolo Slam e del podio mondiale, non basterà un palmares più ricco per placare l’istinto di un campione inedito per modo di fare allo sport tricolore. Sinner affascina proprio per questo motivo: non soltanto per le sue vittorie, ma perché rappresenta un’eccezione, un essere diverso e in fondo migliore di noi. Il successo visto come punto di arrivo, per lui è unicamente un trampolino verso nuove sfide. Questo l’atteggiamento che più di tutti lo accomuna ai più grandi. 

Negli ultimi 6 mesi Sinner è stato il miglior giocatore del pianeta“, scrive su X (ex Twitter) Patrick McEnroe. L’ex 28 del mondo, fratello del più celebre John, oggi uomo di ESPN per difendere la sua idea ha addirittura ingaggiato una polemica social come farebbe uno qualunque dei suoi tifosi. Chi nutre ancora dubbi sul numero 2 del mondo, si sfrega le mani in vista dei mesi su terra rossa. Negli ultimi due anni i risultati dell’azzurro sono stati modesti. Tuttavia, il bello del tennis vuole che i fallimenti di un anno si trasformino in opportunità in quello successivo. Con appena 585 punti da difendere fino al Roland Garros, è proprio sul rosso che potrebbe concretizzarsi l’affondo decisivo alla vetta del ranking ATP

Evitando di soffermarci nuovamente sui progressi tecnici (QUI RACCONTATI DAL DIRETTORE ALESSANDRO NIZEGORODCEW), che già alimentano l’ottimismo per i mesi a venire, proviamo a immergerci in ciò che la primavera del rosso può riservare a Jannik. La vittoria a Umago nel 2022 contro Alcaraz, seppur i pensieri di tutti si stavano indirizzando al cemento, il successo su Zverev, e il raggiungimento dei quarti di finale nel Roland Garros post pandemia tra settembre e ottobre, senza dimenticare la semifinale a Montecarlo dello scorso anno, ottenuta dopo un tour de force nel Sunshine Double pari a quello di questa stagione, rappresentano i piccoli lampi di Sinner sulla superficie. Riassumendo, le sconfitte vanno dalla partita sotto la pioggia contro Rune nel principato, fino al dramma Altmaier con match point nello Slam parigino. All’italiano si possono dare colpe per la gestione di alcuni momenti, per non aver avuto un tennis pronto per la superficie e di essere stato in parecchie occasioni incapace di produrre una prestazione che, al netto dei difetti, aveva nelle corde. Nel 2022, le vesciche al piede, i primi diktat dell’era Vagnozzi e il problema al ginocchio costato il ritiro con Rublev, sono fattori che aggravano il bilancio. Queste considerazioni non intendono fungere da scuse, bensì da premesse ai motivi per cui tra Sinner e la terra potrebbe scoccare l’amore.  

La costante degli ultimi due anni sul rosso è stata la volontà di innovare e introdurre cambiamenti, anche a costo di prestare il fianco agli avversari nel breve periodo. Questa propensione alla novità attuata in torneo è essenziale, specialmente considerato il tempo quasi inesistente. per prepararsi adeguatamente agli appuntamenti europei. In campo, Sinner ripartirà da un livello medio del suo tennis, ormai stellare, dalle tante consapevolezze acquisite e da un salto di qualità fisico netto, da attribuire a un uomo, solo “due parole” per citare Cahill: Umberto Ferrara.

Sempre più importanti nel tennis moderno i colpi di inizio gioco. Il servizio dipenderà meno dalle mere percentuali, ma potrà attingere tanto dalle rotazioni e gli angoli che si sono aggiunti all’acerbo arsenale del passato. La risposta sarà il ‘pezzo da novanta’, i numeri di break ottenuti percentualmente sulla superficie sono già un chiaro indicatore: da appoggio a cui aggrapparsi nelle difficoltà, si auspica possa essere utilizzata come arma per uccidere i match.

Gli avversari dalle rotazioni e dalla palla pesante, indipendentemente dalla classifica, hanno spesso creato grattacapi al pusterese. Tuttavia, le possibilità possibilità per scardinare l’enigma sono potenzialmente molteplici, iniziando dagli angoli che riesce a trovare con i due fondamentali: nel dritto sempre più importante il lavoro fatto con l’anca, sul rovescio semplicemente formidabile come nasconde il colpo fino all’impatto. Per evitare il prolungarsi degli scambi da fondo, potrà avvalersi delle sue proiezioni a rete sempre più efficaci, così come la tendenza a spezzare il ritmo della diagonale di rovescio girandosi su un dritto sempre più incisivo; in questo senso siamo reduci dalla masterclass contro Dimitrov. 

Questa rimane teoria, fino a quando non sarà compito del numero 1 d’Italia dare forma a questi sogni. Montecarlo e l’altura di Madrid saranno test in cui non ci si aspetta di vincere, e dove riabituarsi ai pollini primaverili, poi Roma e Roland Garros per provare a fare sul serio. Attenzione a non dimenticarsi degli avversari

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