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La seconda giovinezza di Grigor Dimitrov: non chiamatelo più ‘Baby Fed’

Grigor Dimitrov
Grigor Dimitrov - Foto Robert Bell/INSTARimages

Tra le tante storie ‘ingiuste’ del mondo del tennis, con infortuni e scherzi del destino che tolgono trofei e soddisfazioni ai professionisti, il famigerato sport del diavolo di tanto in tanto restituisce qualcosa. È decisamente il caso di Grigor Dimitrov, che in carriera è riuscito a togliersi più di qualche soddisfazione (Top 3 ATP e vincitore delle ATP Finals nel 2017) ma che ha sempre raccolto meno di quanto si potesse pensare, dato il suo grande talento. Un’etichetta pesante e difficile da ignorare, quella di ‘baby Fed’, incollatagli sulla schiena sin dalla carriera Junior che lo ha visto issarsi sino al numero uno del ranking dedicato agli under 18. O forse, al bulgaro, che non ha mai fatto segreto della voglia di godersi anche l’altra faccia della medaglia della vita di un professionista, è sempre importato il ‘giusto’ di soprannomi e trofei.

Scherzi del destino o meno, dopo due semifinali Slam (Wimbledon 2014 e Australian Open 2017) e otto titoli ATP, Dimitrov era sceso addirittura alla casella numero 78 della classifica mondiale, davvero troppo poco per un tennista del suo calibro. E così, dopo aver raggiunto un’altra semifinale Slam agli US Open 2019 e aver navigato per tre anni nella Top 30, il tennis restituirà questo lunedì al trentaduenne un posto nei migliori dieci del mondo, a sei anni dall’ultima volta. Un’intensità incredibile in campo e una condizione fisica invidiabile, uniti alla spensieratezza di chi probabilmente sa che, a questo punto, tutto ciò che viene può essere considerato ‘in più’. Il ranking rispetta dunque uno stato di forma che recita numerose vittorie contro i Top 10 (ben due contro Carlos Alcaraz) oltre a quattro finali ATP (e un titolo vinto a Brisbane lo scorso gennaio) dal 2023 a oggi.

L’ultimo atto di domani a Miami contro Jannik Sinner sarà la quinta finale negli ultimi dieci mesi. Sul piatto c’è il secondo ATP Masters 1000 della carriera dopo il Cincinnati Open del 2017 e il settimo posto del ranking, con la certezza matematica di aver comunque riportato il suo meraviglio rovescio a una mano semplicemente dove deve stare, in Top 10. In caso gli stimoli non bastassero, dall’altro lato della rete c’è il tennista più in forma del 2024. Su Sinner si sono già spesi tutti gli elogi possibili, e chissà che la possibilità di batterlo non offra un ulteriore sfizio a Grigor. Comunque vada, ci sono tutti i motivi per rimanere incollati al televisore: ma se il tennis offrirà un finale più romantico e ad alzare il trofeo non sarà Jannik, per favore, non chiamatelo più ‘Baby Fed’.

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