In Evidenza

INTERVISTA – Simone Tartarini: “Musetti ha il tennis per la top 10. Roma per lui è come uno slam”

Simone Tartarini e Lorenzo Musetti
Simone Tartarini e Lorenzo Musetti - Foto Ray Giubilo

Come sta Musetti? Sta bene e vuole fare bene ad ogni costo al Foro Italico. A Madrid era molto nervoso e non ha avuto un grande atteggiamento. Dobbiamo lavorare su questo e sulla continuità perché il suo tennis può valere già la top ten”. Simone Tartarini non fa mai sconti, ma ha grande fiducia sull’allievo Lorenzo Musetti. Alla vigilia degli Internazionali BNL d’Italia 2023, che vedranno il carrarese partire dal secondo turno contro il vincente di Schwartzman-Arnaldi, Tartarini ha fatto ai microfoni di Sportface il punto sul 2023 del numero due d’Italia.

Musetti come torna al Foro Italico? Lo scorso anno fu spettatore per un problema alla coscia. 

“Il Foro Italico ha un posto speciale nel cuore di Lorenzo, lui lo mette sullo stesso piano degli slam. Fisicamente Lorenzo sta molto bene e vuole fare un buon risultato ad ogni costo, anche se spero che questo non gli crei problemi di aspettative. L’atmosfera nella capitale è pazzesca e sarà bello tornare a giocare qui dopo la rinuncia del 2022 per infortunio”.

Lorenzo sta bene e, tolta l’eccezione di Madrid, lo ha già dimostrato dopo qualche mese d’ombra. 

“Lorenzo si è espresso bene anche sul veloce, ma è la terra rossa europea dove può dare il suo meglio. A lui piacciono condizioni di terra più lenta che gli consentono di gestirsi sul piano tattico e tecnico. A Madrid era un po’ stanco mentalmente, era molto nervoso e non ha avuto un grande atteggiamento, poi ha giocato su un campo molto stretto e non ha aiutato le sue caratteristiche. Adesso Lorenzo però sta molto bene”.

La terra sudamericana è stata una scelta nuova, ma lì ogni torneo è diverso. Alcuni di questi, tipo Santiago del Cile, non sono molto adatti al tennis Lorenzo. 

“Vero, era una trasferta con molte insidie e lo sapevamo. Lorenzo magari si aspettava un po’ troppo ma abbiamo dovuto giocare tre tornei tutti diversi e non è stato facile adattarsi. A Buenos Aires c’erano 40°C, a Rio de Janeiro campi secchi e molto rapidi ed infine a Santiago del Cile abbiamo trovato condizioni di altura. Non è andata bene, ma è stata anche una scelta fatta per fare esperienza”. 

Sente che il tennis di Musetti, rispetto a quello di altri giocatori, dipenda più dal tipo di avversario e dal campo che dalla classifica?

“Il campo incide perché Lorenzo è un giocatore che parte da dietro. A me non dispiace che lui parta dietro, ma non mi piace quando non ha fiducia e rimane a giocare dietro. Poi tutte le partite sono difficili e lo abbiamo visto anche a Madrid dove un lucky loser come Struff ha fatto finale ed un qualificato come Karatsev si è fermato in semifinale. A Madrid Hanfmann è stato un avversario non ideale su un campo non ideale, ma la partita andava vinta perché ci sono state chance. Secondo me Lorenzo era troppo nervoso, ma non era una partita scontata”. 

Hai visto il tabellone? Lorenzo ha detto che vuole il derby.

“Di solito guardo sempre i primi turni, non vado oltre. Contro Schwartzman ci abbiamo già giocato e Arnaldi lo abbiamo visto di recente nei tornei. Vedrò la loro partita, ma sono entrambi avversari pericolosi. L’esordio è sempre difficile perché entri in campo con un avversario che ha già giocato un match. Arnaldi poi dopo Madrid sta giocando bene ed è in fiducia”. 

Da subito c’è stato dibattito sul formato da due settimane di Madrid e Roma. Da che parte vi schierate?

“Il format secondo me è buono, l’unico problema è legato all’eventuale sconfitta: se perdi la prima settimana poi si apre un grosso buco. La scorsa settimana abbiamo rinunciato a Cagliari per allenarci e riposare, ma se dovesse andare male qui potremmo andare a Torino. Questo lo decideremo di volta in volta, ma è certo che se giochi male due Masters 1000 di fila rischi di fare due partite in un mese”. 

A Monte-Carlo c’è stato un altro atto di Sinner-Musetti. Lo scontro diretto per il momento resta appannaggio di Jannik. Voi cosa avete provato a fare di diverso?

“Lorenzo ha provato a giocare il suo miglior tennis ma arrivava molto stanco al match. Tra Marrakech e Monte-Carlo aveva giocato un numero di partite che nei primi tre mesi della stagione non aveva disputato. Jannik è partito benissimo ed è stato bravo lui, mentre a Barcellona poi non si sono sfidati. Sinner al momento è più avanti nel ranking e mentalità, anche se Lorenzo ha il tennis per stare in top 10. Ciò che gli manca è la continuità, legata molto all’atteggiamento e al vincere giocando male”. 

SportFace