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È polemica per le raccattapalle modelle a Madrid, il governo spagnolo: “Chiara discriminazione femminile”

Pallina Tennis
Pallina Tennis - Foto LiveMedia/Matthieu Mirville/DPPI

Da quando, nel 2004, il Mutua Madrid Open è divenuto di proprietà di Ion Tiriac, ma ancora oggi che la licenza è stata acquistata da IMG, nella capitale iberica il ruolo di raccattapalle è stato riservato esclusivamente a modelle donne dall’età compresa tra i 18 e i 29 anni, non uno di più, tutte dal fisico invidiabile e dalle forme piuttosto provocanti, anche per la maniera in cui sono vestite. “Era a dir poco difficile concentrarsi sulla palla quando giocavo… Ma suppongo di aver avuto un vantaggio, ero abituato a giocare con mia moglie. È importante per il nostro sport comprendere chiaramente quale sia il prodotto, ma non sono del tutto convinto che questa cosa faccia parte del nostro prodotto”, ha criticato Andre Agassi nel corso di un’intervista rilasciata al The Sun, e così si è sollevata una polemica di stampo femminista su quello che, obiettivamente, sembra essere qualcosa di totalmente anacronistico nel mondo di oggi, ancora legato ad un’idea di donna che – tutti noi come società – stiamo cercando di slegare da quella subordinazione nei confronti dell’uomo di cui non se ne può davvero più. Marat Safin, che la pensa come Tiriac e l’organizzazione attuale, ha invece dichiarato: “Le modelle indicano che la gente parla ancora di tennis. Buona pubblicità, cattiva pubblicità. Non importa”. Ma è subito arrivata anche l’ammonizione da parte di un funzionario del governo spagnolo, Soledad Murillo, il quale ha affermato come la scelta di impiegare solo ragazze molto avvenenti “contribuisce a fomentare una chiara discriminazione nei confronti delle donne, che appaiono come semplici oggetti di decorazione e divertimento”. Insomma, sembra giunto il momento di cambiare rotta e ci si augura che, a partire dal 2024, il ruolo di raccattapalle possa tornare ad avere a che fare con il tennis e possa slegarsi da un marketing che al genere femminile non può più – giustamente – andare bene.

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