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Australian Open 2023, il pagellone del torneo maschile: Djokovic fa 10, l’Italia delude

Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas
Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas - Foto Ray Giubilo

Il primo torneo slam al maschile del 2023 si chiude come da facile pronostico, con Novak Djokovic che alza il trofeo e gli avversari che non possono fare altro che congratularsi e allo stesso tempo rammaricarsi di esserselo trovati di fronte. A pochi mesi dal 36esimo compleanno il Djokovic attuale pare una versione ancora più forte di quella ammirata qualche anno fa. I giovani, che siano essi appartenenti alla prima (’96/’99) o all’ultima Next Gen (i nati nel nuovo millennio) sono costretti anche questa volta ad accontentarsi di qualche piazzamento. Si conclude anche un torneo dal bilancio negativo per il tennis italiano in generale, con poche vittorie e un po’ di rimpianti. Di seguito il giudizio su alcuni dei protagonisti.

Novak Djokovic: 10 – Come il numero di Australian Open vinti. Un torneo dominato dal primo punto del match d’esordio fino al terzo championship point, quello che gli ha permesso di raggiungere Nadal nella classifica all-time degli slam vinti. Ha vinto cinque degli ultimi sette slam in cui ha potuto partecipare, con le uniche eccezioni del Roland Garros dell’anno passato e dello Us Open 2021 perso in finale contro Medvedev. Dopo il match contro il russo l’impressione generale è che il serbo avesse mancato un appuntamento con la storia di quelli che difficilmente poi c’è occasione di organizzare di nuovo. Beh, il Djokovic attuale sembra avere tutte le carte in regola per riprovarci seriamente anche quest’anno a vincere tutti e 4 i tornei dello slam. Ad oggi teoricamente gli è ancora vietato entrare negli Stati Uniti, ma magari ci ripensiamo a luglio…

Stefanos Tsitsipas: 8 – Vero, un’altra sconfitta in finale e la prima vittoria slam tarda ad arrivare. Ma gliene si può mica fare una colpa se l’altro è semplicemente più forte? Questa volta – a differenza della loro prima finale slam l’uno contro l’altro a Parigi – il tennista di Atene non può neanche recriminare un eventuale situazione di vantaggio non concretizzata. L’altro è stato sempre in controllo e si è dimostrato superiore. Tsitsipas può ritenersi soddisfatto del suo torneo e di essersi dimostrato ancora una volta uno dei giocatori più costanti del circuito sotto tutti i punti di vista negli ultimi due anni o giù di lì.

Sebastian Korda: 7.5 – Molti suoi colleghi nel corso di queste settimane lo hanno identificato come il maggiore candidato ad avere quello che viene definito “breakout year”. Per il tennis messo in mostra durante la trasferta oceanica l’impressione è che si possa trattare di un pronostico non dei più difficili. Ora il figlio di Petr deve essere bravo a trovare quella costanza di risultati che gli è mancata spesso in passato, sperando che l’infortunio patito nel match contro Khachanov non sia particolarmente serio, perché con questo ragazzo qui c’è da divertirsi.

Jannik Sinner: 6.5 – Il voto potrebbe anche essere più alto di per sé, dato che il giovane classe ’01 ha fatto il suo nei primi tre turni del torneo e poi è stato colui che più ha impegnato Stefanos Tsitsipas nel suo cammino verso la finale. Il match contro il greco ha anche messo in evidenza notevoli miglioramenti sia sotto l’aspetto tecnico che fisico rispetto a dodici mesi fa. Verso il prosieguo della stagione i segnali sono assolutamente incoraggianti e presto potremmo vedere Jannik con una classifica simile a quella del 2021. Il mezzo voto in meno è dovuto al fatto che tutti aspettiamo trepidanti che una di queste sfide ben giocate contro dei top players a livello slam (Djokovic a Wimbledon, Alcaraz a New York, Tsitsipas qui) possa iniziare a portarle dalla sua parte. E senza dubbio Jannik la pensa allo stesso modo e si è prefissato questo come prossimo obiettivo da raggiungere e gap da colmare.

Matteo Berrettini: 5 – Diciamoci la verità, entrando in questo mese gli interrogativi su Matteo c’erano, tornando per l’ennesima volta da un problema fisico sul finire della passata stagione. Ma le belle prestazioni in United Cup per forza di cose ci avevano fatto un po’ illudere e sperare in torneo in cui si potesse tentare un altro colpaccio. E quando il sorteggio l’ha messo dalla parte del Casper Ruud piuttosto anonimo di questo inizio di 2023 la mente ha subito pensato che ci fosse una buona occasione per fare semifinale. Ragionamento non sbagliato, dato che quel quarto di tabellone ha poi effettivamente perso tutte le sue teste di serie importanti abbastanza presto e ne è uscito semifinalista Tommy Paul. Pur vero che – sempre restando sul tema accoppiamenti fortunati o meno -, pescare Andy Murray all’esordio non è mai una bella notizia. Però quel match point affossato in rete e i primi due set giocati davvero male non possono che far accrescere i rimpianti.

Rafael Nadal: s.v. – Apparso in enorme difficoltà sia durante la United Cup che durante il match d’esordio a Melbourne contro Draper, poi nella sfida con il nipponico Nishioka è arrivato anche un nuovo infortunio che lo terrà fuori per diverse settimane. Lui continua a ribadire di non pensare al ritiro, ma diventa difficile non recepire i segnali che il suo fisico continua a mandargli. Nella sua carriera ci ha abituato a dei ritorni clamorosi sul circuito, riuscendo sempre a risollevarsi e tornare sullo stesso livello di prima. Ma dall’infortunio dello scorso Wimbledon in poi Rafa sembra davvero fare una tremenda fatica e d’altronde gli anni passano e il suo fisico continua a passarne di ogni.

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