La doppietta di Federica Brignone nei giganti femminili di Mont Tremblant è frutto di un mix di talento, coraggio, preparazione e qualche segreto. La valdostana, in un’intervista al Corriere della Sera, svela le chiavi del successo: “A parte la sensibilità, conta molto essere in fiducia. E di questi tempi lo sono: il lavoro estivo è stato ottimo e ultimamente negli allenamenti mi sono ritrovata spesso in condizioni-limite di visibilità. Me l’ha ricordato mio fratello Davide: aveva ragione”. E su come gestire la nebbia: “Bisogna sciare bene e attaccare. Io non ho mai frenato. Quando non vedi e il vento ti sposta, tendi a difenderti: è sbagliato. Tra l’altro mi ha aiutato la mia storia. Sono miope fin da ragazzina, però le lenti ho cominciato a usarle anni dopo. Nella vita di tutti i giorni portavo gli occhiali, ma non nello sci: mi sono abituata a vedere poco”. Rispetto alla Federica dei 25 anni, oggi Brignone si sente diversa: “Sono cambiata, anche lavorando su me stessa: mio fratello mi segue, sono diventata polivalente, ho un preparatore e un mental coach, ho puntato sulla respirazione e sull’ipnosi”. E sugli altri sport: “Il tennis mi aiuta, assieme al downhill con la bici. Ma sono utili tutte le discipline che richiedono coraggio e adattamento. Sinner? Jannik è molto umile, corretto e rispettoso: doti che ne fanno un campione”, ha aggiunto Brignone che nella sua vita è anche attivista per il clima, dopo aver lanciato una campagna contro l’inquinamento marino. A Dubai i grandi del mondo discutono del futuro del pianeta al Cop28: “È un summit importante, però l’avrei tenuto in un Paese del Terzo Mondo, dove certi problemi sono più evidenti”, ha concluso.
Federica Brignone: “Nebbia? Miope sin da ragazzina, sono abituata a vedere poco”
Federica Brignone - Foto LiveMedia/Sergio Bisi