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Pallanuoto, Mondiali Doha 2024: ko che fa male per il Settebello, l’Ungheria vince 15-14 ai rigori

Vincenzo Renzuto Iodice
Vincenzo Renzuto Iodice - Foto Andrea Masini DBM

Arriva la prima sconfitta per il Settebello nella fase a gironi dei Mondiali di pallanuoto in corsa a Doha, in Qatar. Un ko contro la forte Ungheria che fa male per gli uomini di Sandro Campagna, arrivato per 15-16 ai rigori (il match era finito 9-9) dopo non aver concretizzato un vantaggio di 9-7 quando mancava solamente poco più di un minuto alla fine dei tempi regolamentari. Una sconfitta pesante, perché la squadra magiara con una vittoria contro il modesto Kazakhstan nella terza partita si prenderà la prima posizione nel girone. L’Italia sarà invece presumibilmente chiamata a giocare gli ottavi e si complica da questo punto di vista anche la strada verso Parigi 2024.

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LA CRONACA – Il Settebello passa in svantaggio nel primo minuto, ma la reazione è immediata con Di Somma. Velotto regala il primo vantaggio ai nostri, poi sul finire del primo periodo Vigvari trova il pareggio sul 2-2. In generale nella prima parte di gara le difese riescono ad avere spesso e volentieri la meglio sugli attacchi, con la partita che prosegue in modo equilibrato. A tentare l’allungo è l’Ungheria con Zalanki e Fekete, ma Marziali prima ed Echenique poi riescono a trovare il 4-4 all’intervallo lungo.

Cambiano le cose al ritorno in vasca, con il sorpasso azzurro che arriva con un tiro dalla distanza da parte di Di Fulvio. Quest’ultimo, pochi minuto dopo, si lancia in contropiede e porta il punteggio sul 6-4. Il botta e risposta non ha fine, Echenique segna il 7-5 ma i magiari si riportano sul 7-7. Gli ultimi 8′ di partita iniziano con altre due reti azzurre firmate da Di Fulvio e Fondelli, ma a poco più di un minuto dalla fine, dopo il gol di Jansik, Cannella perde un pallone sanguinoso e regala a Zalanky l’opportunità del 9-9. L’ultimo tiro del Settebello non va a segno e si va ai rigori. Il Settebello parte male, con due errori in apertura, ma grazie alle parate di Nicosia torna in corsa. Si va a oltranza fino all’errore di Echenique che condanna i nostri.

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