
Altro che consacrazione. Per Max Verstappen, il 2025 doveva essere l’anno della leggenda, quello in cui eguagliare Michael Schumacher con cinque titoli mondiali consecutivi.
E invece la realtà racconta ben altro. La Red Bull non è più la macchina imbattibile degli ultimi anni, la McLaren domina con 5 vittorie di Oscar Piastri e una solidità mai vista, e il feeling tra Max e il team appare sfilacciato come non mai. A complicare tutto, ci si è messo anche un carattere mai troppo addomesticabile, che lo ha già portato a un passo da un clamoroso stop forzato.
L’incidente con George Russell a Barcellona è stato il simbolo di questa involuzione: una manovra maldestra, giudicata pericolosa dai commissari, ha portato Verstappen a quota 11 punti di penalità sulla licenza, uno solo in meno rispetto al limite che comporta la squalifica automatica per un GP. In altri tempi, Max avrebbe usato l’episodio per rilanciare. Ma oggi sembra tutto più complicato. Nelle parole, nel corpo, nei risultati. Terzo in classifica generale con 137 punti, Max si ritrova lontano non solo da Piastri, ma anche dal compagno di scuderia del rivale, Lando Norris. Troppo poco per un tre volte campione del mondo.
Squalifica Verstappen, il pilota piccato: “Chiedetelo a loro”
Il Max Verstappen versione Montréal è un mix esplosivo di arroganza, fatalismo e indifferenza. Il rischio squalifica? “Chiedetelo a loro”. La possibilità di saltare un GP in piena lotta mondiale? “Non sarà l’ideale”. Ma cambierai approccio? “Perché dovrei?”. Ecco, basterebbe questo botta e risposta fulmineo col microfono per sintetizzare lo stato d’animo del fuoriclasse olandese. Nessun dramma. Nessun ripensamento. Solo un “vado avanti come sempre”, anche se il baratro è lì, a un passo. Verstappen è rimasto nel paddock una decina di minuti, ma ha lasciato più scie delle sue staccate in curva.

La vita non è giusta, e se la vedo così non mi preoccupo. Sono qui per correre, punto – ha aggiunto, svelando un mix pericoloso di rassegnazione e sfida. Per lui, la stagione è già segnata: la superiorità tecnica della McLaren, ha detto, “non ci dà nessuna reale possibilità” di giocarsi il titolo. Un’accusa nemmeno troppo velata alla squadra, che a Barcellona l’avrebbe anche messo nei guai con una strategia sbagliata. E se la corsa al mondiale è praticamente archiviata, almeno nei suoi pensieri, Max sembra voler giocare il ruolo dell’anarchico dell’asfalto. Corre come vuole, non guarda la classifica, non teme le sanzioni. E se dovrà saltare una gara, pazienza: “Abbiamo discusso tutto dopo Barcellona. Ora andiamo avanti”. Ma fino a quando?