Formula 1

Nemmeno la pioggia ferma la fuga di Verstappen, Alonso da applausi a Montecarlo. La Ferrari non brilla e manca coraggio

Podio Montecarlo - Foto Antonio Fraioli

Nulla, nemmeno la pioggia, nemmeno il suo carattere sopra le righe che lo porta a raschiare i muri anche con 25 secondi di margine, fermano la fuga per la vittoria, mica di oggi a Monaco, dell’intero Mondiale già nelle sue mani, di Max Verstappen, alla vittoria numero quattro in sei gare, con due secondi posti e il dominio totale su questa stagione di F1. L’ennesimo trionfo di SuperMax arriva oggi, non in modo comodo perché comunque la sua Red Bull ha dovuto fare i conti col fiato sul collo da parte di Fernando Alonso, che non molla nulla, e poi con la pioggia a sparigliare le carte nel finale.

Ma alla fine, hanno ragione loro: stint lunghissimo sulle medie, tanto che di questo passo l’olandese sarebbe potuto arrivare alla bandiera a scacchi senza cambiarle se fosse consentito dal regolamento, gomme che non decadono del tutto, poi le intermedie montate al momento giusto, senza farsi prendere dal panico. Qualche brivido di troppo nel finale, ma il due volte campione del mondo è così, prendere o lasciare, e il team austriaco prende e porta a casa l’ennesima vittoria. Che, bisogna dirlo, non è costruita oggi quanto ieri: in qualifica l’alieno Verstappen ha davvero fatto la differenza e ancora molti stanno cercando di capire dove ha trovato quei tre decimi nell’ultimo settore per prendersi una pole stellare coronata degnamente dalla vittoria della gara tra le più prestigiose del Mondiale, quella di Montecarlo che lo scorso anno non gli sorrise più di tanto.

Come detto, da applausi uno straordinario Fernando Alonso, che sembra ringiovanito di vent’anni: motiva il team, spinge, poi però è sfortunato con la scelta di montare ancora le medie salvo poi doversi arrendere alla pioggia. Se non avessero fatto due pit stop ma solo uno, sarebbe balzato incredibilmente in testa alla gara. Poi per alcuni giri illude di potersi mettere a caccia di Max, salvo poi accontentarsi dell’ennesimo podio che consolida la sua ottima stagione, specie se si fa l’impietoso raffronto con Stroll, che è poi lo stesso discorso di Perez, che dopo la grande illusione di poter lottare per il Mondiale, oggi naufraga dopo il disastro di ieri in qualifica.

Naufraga anche la Ferrari: lo smacco è pesante, perché sul terzo gradino del podio ci va Esteban Ocon con l’Alpine e l’altra vettura francese si piazza a sandwich tra Leclerc, sesto, e Sainz ottavo. Gestione pessima del monegasco per il muretto del Cavallino, che dimostra pochissimo coraggio, quello che servirebbe in questo disastroso avvio di stagione nel quale mancano anche le prestazioni in gara. Giovedì si era detto pole più vittoria, ieri la pole è sfumata effettivamente per poco, ma con il grave errore dell’impeding su Norris, oggi al classe 1997 è mancato completamente il passo. Poi, il pit stop pochi giri prima della pioggia: si doveva aspettare, in tutti i modi, un po’ come fatto da Russell, che si piazza quinto con Hamilton quarto. E la Mercedes è ancora una volta davanti alla Rossa, che fa i conti anche con un Sainz che scivola indietrissimo per alcuni errori sull’asfalto viscido quando in un giro improvvisamente è cambiata la corsa e si è dovuto correre ai ripari. La speranza è di vedere aggiornamenti concreti in Spagna, o anche a Barcellona sarà una nuova sofferenza per i tifosi di Maranello ormai stufi di questa mediocrità.

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