
Pilota più triste
Immaginate trovarvi per le mani l’auto più veloce dell’anno e finire così la stagione. Questo avvenimento gli ha distrutto la carriera.
Alcuni piloti cominciano la loro carriera sotto una cattiva stella o passano stagioni davvero difficili trovandosi per le mani dei modelli che sono semplicemente pessimi sotto tutti i punti di vista, o con cui semplicemente non riescono a trovare il giusto feeling nel corso della stagione. Gente come Jarno Trulli o Bertrand Gachiot avrebbe sicuramente potuto accumulare più punti o vittorie in carriera, con monoposto più competitive.
Bene, questi piloti non hanno rimorsi perché sanno di essersi spinti anche oltre i limiti della macchina, cosa che invece quei piloti che si sono trovati per le mani una vettura stratosferica ma per un se o per un ma non sono mai riusciti a sfruttarla al 100% non possono dire. Gente come Yuki Tsunoda in Red Bull quest’anno o come lo sfortunato protagonista di cui vi parleremo oggi.
Siamo nel 1972 e la scuderia inglese Lotus con la storica livrea nera e oro John Player Special si prepara a lasciare un segno indelebile ancora oggi nel mondo del motorsport: la scuderia di Chapman ha messo in piedi per quell’anno la Lotus 72, auto che si rivelerà una delle monoposto più dominanti e rivoluzionarie che si siano mai viste in pista. Ma non tutti i piloti che la guideranno sapranno sfruttarla al massimo.
La Lotus che non convinse il pilota
Nel mondiale del 1972 che si correva ancora su sole 12 gare il dominio assoluto fu del pilota brasiliano Emerson Fittipaldi, capace di portare a casa facilmente il mondiale chiudendo la stagione a ben 61 punti. Il brasiliano era un talento stellare ma va detto che la 72 era un’auto così eccellente che: “anche una scimmia potrebbe vincere un titolo su quel veicolo”, come disse il pilota Jochen Rindt.

Le cinque vittorie ed i 61 punti di Fittipaldi però furono uno sforzo non controbilanciato da ciò che fece il suo compagno di squadra, tale Dave Walker. Il giovane prospetto, forse proiettato da Chapman troppo presto in F1 dato che aveva corso – e vinto – solo in F3 fino all’anno precedente, non trovò mai l’intesa con l’auto o forse era troppo acerbo. Fatto sta che in dieci gare l’australiano collezionò una squalifica alla prima apparizione, quattro ritiri e cinque chiusure fuori dalla zona punti.
Le prestazioni di Walker fanno si che il pilota sia ad oggi l’unico uomo a concludere a zero punti un mondiale nella squadra che consacrerà l’altro driver come campione del mondo. Un “primato” che distrusse la carriera di Walker dato che da quel momento in poi, per il giovane australiano fu del tutto impossibile trovare un altro sedile in F1, anche con i team meno blasonati.