Ciclismo

Van der Poel verso la Parigi-Roubaix: “Chicane Arenberg pericolosa”. Parla il sindacato dei ciclisti

Mathieu Van der Poel
Mathieu Van der Poel - Foto DAVID PINTENS/Belga/Sipa USA

L’olandese Mathieu van der Poel, è il favorito per la vittoria della Parigi-Roubaix di domenica prossima e ha parlato in conferenza stampa della rassegna francese in maniera preoccupante, mostrando a tutti il suo scetticismo in merito ai provvedimenti presi in fatto di sicurezza: “È uno scherzo? È positivo che si stia provando a fare qualcosa, ma secondo me non è il metodo giusto”.

Riferendosi a tali provvedimenti, prende di mira una chicane introdotta all’ingresso del settore in pavé della Trouée d’Aremberg, ritenuta pericolosa e inopportuna: “Introdurla la settimana prima della corsa non è nemmeno una buona cosa. Non mi sento molto a mio agio nel gruppo verso il bosco Wallers, ma cambiare per il gusto di cambiare non è sempre la cosa migliore da fare. Secondo me, la chicane rende la corsa ancora più pericolosa”.

Van der Poel, inoltre, ritiene che il ciclismo nel suo complesso stia diventando sempre più pericoloso e critica le decisioni di alcuni organizzatori: “Non ci sarà mai una sicurezza totale e questo è un peccato. A volte bisogna essere fortunati. Per esempio, l’anno scorso al Tour c’è stato un arrivo su un circuito. Per me è stato uno degli arrivi più pericolosi”.

A questo punto il presidente del sindacato, Pascal Chanteur, un ex ciclista professionista che si è fatto promotore dell’iniziativa sulla sicurezza, si è detto molto preoccupato e convoca degli ‘Stati Generali‘ per discutere il tema: “Non possiamo continuare così. Dovremmo aspettare finché non ci sarà un altro morto? Coinvolgerò le squadre, che sono dei datori di lavoro e che quindi hanno la responsabilità dei propri dipendenti. La Visma ha perso Vingegaard per qualche settimana, ma poteva accadere due settimane prima del Tour de France. Per loro è una tragedia ma poteva andare anche peggio. Agli Stati generali sulla sicurezza chiederò di fare proposte chiare”.

Secondo Chanteur, parte della responsabilità è anche dei produttori di biciclette e di alcune innovazioni che hanno introdotto, come i freni a disco e i rapporti che favoriscono l’alta velocità in discesa: “Il freno a disco non è un equipaggiamento adatto alle corse su strada, perché permette una frenata d’emergenza, brutale, istintiva, che ti fa commettere subito un errore. Inoltre, sono molto affilati e possono ferire gravemente in caso di caduta. Lo stesso vale per i rapporti utilizzati. Oggi mettiamo il 56×10. Vanno a 80 km/h in discesa e quando cadi non hai scampo”.

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