
Pogacar bici addio
Il talento del ciclismo sloveno si confessa dopo l’ultima gara. La sorpresa che ha ricevuto Tadej Pogocar non gli è piaciuta per niente.
Nel campo del ciclismo su strada in questo momento nessun nome sembra paragonabile a quello di Tadej Pogocar, atleta sloveno che si è imposto rapidamente nel settore sportivo. Soprannominato anche “pogi” all’età di nemmeno trent’anni l’atleta ha collezionato una enorme serie di vittorie che non sembra destinata ad esaurirsi tanto presto, specie in virtù del fatto che ha anche ottenuto medaglie olimpiche.
Tra i successi maggiori, infatti, troviamo il bronzo a Tokyo 2020 e l’oro ottenuto ai Mondiali su strada per ben due volte, l’ultima quest’anno a Kigali in Ruanda e una volta agli europei, sempre nel corso di quest’anno a Drome-Ardeche. Pogocar in poche parole è l’uomo da battere nel mondo della bicicletta, che piaccia o meno ai suoi numerosi rivali che non sembrano in grado di pareggiare le sue prestazioni.
Di recente, l’atleta si è portato a casa un altro importante riconoscimento. E’ infatti il vincitore ufficiale della 119esima edizione del Giro della Lombardia che ha portato i fans a paragonarlo ad un atleta a cui in effetti, anche molti critici lo accostano. Non sembra però che questo paragone, seguito pure da una telefonata, piaccia tanto a Pogocar che ha detto queste parole.
Pogocar, non è contento
Prima di Pogocar, l’uomo più forte del mondo del ciclismo su strada è sempre stato considerato Édouard Louis Joseph Merckx, atleta belga noto come Eddy o Il Cannibale. Il classe 1945 ha vinto praticamente tutto quello che poteva portarsi a casa nella carriera e molti esperti di ciclismo vedono in Pogocar, arrivato mezzo secolo dopo, il suo erede naturale in questo campo.

Dopo la gara in Lombardia gli hanno anche passato al telefono lo stesso Merckx per ricevere i complimenti per la vittoria. Pogacar ha ringraziato il campione affermando: “E’ stato fantastico, ho avuto i brividi” ma ha riferito chiaro e tondo alla stampa che non vuole essere paragonato a lui. Non per motivi di antipatia personale, chiaramente, ma per una ragione molto più pragmatica.
“Spesso vengo paragonato a lui ma la cosa non mi piace: ognuno è unico a modo suo”, conclude in modo molto sintetico pogi che in questo modo, chiede ufficialmente alla stampa di venire trattato come un atleta unico e caratterizzato dal suo personale stile, non come un ciclista che ne ricorda un altro. Anche se in effetti, il paragone con il Cannibale voleva essere un grande complimento.