Serie A

Udinese in vantaggio solo 15′ in trasferta prima di San Siro. Psg e Lecce decisive per Pioli

Stefano Pioli
Stefano Pioli, Milan - Foto LiveMedia/Antonio Balasco

Come spesso accade sono i numeri ad offrire le proporzioni di una sconfitta e l’1-0 che l’Udinese ha inflitto a sorpresa al Milan a San Siro non fa eccezioni. L’Udinese non aveva ancora vinto in campionato e in questo avvio di stagione aveva faticato a a conservare il vantaggio, soprattutto fuori casa. Nessuna squadra aveva infatti trascorso meno minuti avanti sul punteggio in trasferta rispetto all’Udinese in questa Serie A (appena 15, come l’Hellas Verona). A Milano l’Udinese è stata in vantaggio per più di mezz’ora, il doppio di quanto fatto nelle prime cinque sfide esterne di questo campionato. Una statistica che mette ora in luce la reazione friulana, ma che porta nuove nubi sul momento dei rossoneri. Un problema di testa, ancor prima che di gioco, come dimostra la rimonta subita a Napoli dallo 0-2 ad un quasi 3-2. Non solo. Nell’era Pioli l’Udinese era l’unica squadra contro cui il Milan aveva sempre segnato e subito gol in Serie A. Se il secondo dato è confermato, il primo si infrange sotto la sterilità offensiva di Giroud e compagni.

Adesso prima della sosta ci sono due sfide cruciali. Il match in casa contro il Psg, poi quello esterno col Lecce. Se la qualificazione tra le prime quattro a fine stagione è visto come l’obiettivo minimo, il cammino europeo sembra decisivo per le sorti di Pioli. Una riconferma passa inevitabilmente dalla Champions che l’anno scorso ha generato ricavi record tra botteghino, tv e premi. Il suo Milan però non esiste più. Prevedibile, con poche idee e scollato. Anche mentalmente. Non basta il possesso (72% ieri), se poi il progetto di gioco non è quello brillante di qualche mese fa. Anche l’ombra di Ibrahimovic è eloquente. Un ritorno dello svedese in dirigenza potrebbe avere un effetto simile a quello che ebbe da calciatore nel gennaio 2020, ma di fatto è il segnale di come Pioli non sia ancora riuscito a dare la scossa mentale. Alla fine solo otto giocatori si sono recati sotto la curva per prendere i fischi: Loftus, Romero, Calabria, Thiaw, Adli, Florenzi, Pobega e Maignan. Non il miglior biglietto da visita in vista dell’appuntamento più importante dell’avvio di stagione.

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