Serie A

Roma-Lazio, De Rossi: “Il derby non è come giocare col Sassuolo. 4 di fila senza segnare? Non è positivo”

Daniele De Rossi
Daniele De Rossi, Roma - Foto Antonio Balasco/IPA Sport

“Il derby da allenatore cambia. Con gli anni ero diventato bravo a gestirlo. Anche oggi mi sento tranquillo, anche se emozionato. I ragazzi la stanno approcciando bene, sono sereni, lavorano forte. Cerchiamo di dare equilibrio, la carichiamo ma senza andare troppo oltre. Devi preparare tutto, non è una partita che ha conseguenze normali. Non si porta lo stesso stress di Roma-Sassuolo. C’è un passato non positivo nel derby, zero gol negli ultimi 4 derby, da tifoso non lo ricordavo. C’è voglia di rivalsa, ma non andiamo troppo oltre perché dobbiamo rimanere lucidi”. Lo ha detto l’allenatore della Roma, Daniele De Rossi, in conferenza stampa alla vigilia del derby contro la Lazio, il primo per l’ex centrocampista giallorosso da allenatore: “Abbiamo troppo poco in mano per fare ipotesi sulla Lazio, ci stiamo concentrando tantissimo su noi stessi. Tudor ha una sua filosofia e sta cercando di trasmetterla ai suoi. Non troveremo una squadra che giocherà per 90 minuti come giocava col Verona, magari farà un mix delle due partite con la Juventus. Tudor è della figliata che ha Gasperini come capostipite, è di quella corrente lì. Ma è un allenatore intelligente, sa che non con tutte le squadre può fare un certo tipo di calcio”.

Infine una lunga riflessione di DDR sui temi arbitrali: “Non posso allenare o migliorare gli arbitri. Gli allenatori non vogliono la decisione giusta, ma quella a favore. Quanto accaduto a Lecce per me è un danno, ma ci sono alcune volte in cui bisogna dirlo in conferenza stampa, altre volte in cui è meglio per la squadra non parlare dell’arbitro, perché non vuoi che i giocatori pensino sia colpa degli arbitri. Io penso di poter fare discorsi sani, non sono uno che si fa annebbiare da vantaggi o svantaggi arbitrali. Non protesto come vedo che fanno altri. Cerco di protestare in base all’evidenza, a volte non è detto sia tale. Nel caso di Lecce avevamo ragione noi, però lì mi fermo. La società parla con me anche degli episodi arbitrali, se l’episodio di Lecce si ripete ogni settimana allora ci si mette di traverso. Niente di clamoroso per ora a livello arbitrale, non sono preoccupato, ma semmai della direzione nell’ottica della gestione del regolamento. Dovrebbero usarci come cavie, nessuno al mondo sa riconoscere l’entità di un fallo più dei giocatori. Secondo me gli ex giocatori dovrebbero essere uniti agli arbitri per tirare giù un regolamento più riconoscibile, la zona grigia è quella che crea più polemiche. La frase ‘se fischiava rigore era rigore, ma se non lo fischiava non lo era’ è la cosa più pericolosa, la sento dire spesso”.

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