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Palladino e De Rossi, gli ex compagni di corso sanno cambiare: Monza-Roma col dubbio difesa a 3 o a 4

Daniele De Rossi Roma
Daniele De Rossi - Foto Fabrizio Corradetti / IPA Sport / IPA

“Come sempre capita in queste partite, in queste circostanze, devi preparare più di una partita”. A dirlo è Daniele De Rossi, ma senza dubbio è il pensiero anche di Raffaele Palladino alla vigilia di Monza-Roma, un match che rappresenta uno snodo cruciale per le ambizioni delle due squadre. All’U-Power Stadium alle 18:00 di oggi si sfidano due amici, che hanno molte cose in comune. A partire dal Master Uefa Pro, che li vide diplomarsi insieme dopo un corso frequentato insieme ad altri nomi noti della panchina italiana e non solo. Con loro c’erano l’attuale allenatore del Pisa, Alberto Aquilani, e quello del Nizza, Francesco Farioli, insieme ad ex nazionali come Andrea Barzagli, Marco Amelia e Antonio Nocerino (ora sulla panchina del Miami FC). Palladino e De Rossi si sono ritrovati improvvisamente sulla panchina di una prima squadra di Serie A e hanno avuto un impatto immediato. L’ex Juventus è già una certezza, avendo condotto una squadra ultima con un solo punto in sei giornate fino ad un sorprendente undicesimo posto. Oggi il Monza è nella stessa posizione, ma non è distante dalle altre big e ci sono margini per sognare di rientrare in corsa per la lotta europea.

De Rossi deve ancora dimostrare molto, ma il primo approccio è stato decisamente positivo. La Roma ha vinto cinque delle sei partite di campionato con DDR, che ha anche superato l’ostacolo Feyenoord ai playoff di Europa League. Dalla prima gara della sua gestione, inoltre, solo l’Inter (unica ad aver battuto i giallorossi fin qui) con 18 reti ha segnato più gol della Roma (16) in Serie A. Nel dettaglio, Dybala (autore di una tripletta contro il Torino) e compagni sono passati da una media gol di 1.6 a partita nelle prime 20 gare di questo campionato ad una di 2.7 nelle successive sei. Prima dell’andata col Brighton (si preannuncia uno stadio strapieno), De Rossi vuole vincere anche a Monza in un turno di campionato che vede altri quattro confronti diretti nei piani alti della classifica: oltre al Lazio-Milan 0-1 di ieri, anche Torino-Fiorentina, Atalanta-Bologna e Napoli-Juventus.

I dubbi di formazione non mancano e rispecchiano pienamente la capacità di Palladino e De Rossi di cambiare volto a seconda delle necessità e dell’avversario. Dopo l’ottima stagione con la difesa a 3, il tecnico biancorosso ha sperimentato con successo un 4-2-3-1, anche se contro la Roma non si esclude un ritorno al passato. Nelle prime sei gare da tecnico in A, De Rossi ha cambiato persino tre moduli, iniziando con un 4-3-2-1, per poi proporre una sorta di 4-2-3-1 (abiurato all’intervallo dopo un primo tempo negativo a Frosinone), fino al ‘vecchio’ 3-4-2-1 visto contro il Torino. Al momento la Roma ha cinque centrali di ruolo (Mancini, Smalling, Ndicka, Llorente, Huijsen) e “tutti e cinque si sentono potenziali titolari”, ha assicurato il tecnico in conferenza stampa. E a chi gli ha chiesto dell’ipotesi della difesa a tre e mezzo, schierata con buone risposte da Spalletti nella seconda avventura in giallorosso, DDR non si nasconde: “È un’opzione”, ha ammesso. Tempo per riflettere c’è stato e la sfida contro l’ex compagno di corso sarà un esame più complicato di quello del Master Uefa Pro.

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