Serie A

Inter, Marotta: “Pavard? Siamo messi bene. Lukaku? Delusione, non penso lo vedremo in Italia”

Giuseppe Marotta
Giuseppe Marotta - Foto LiveMedia/Fabrizio Carabelli

L’annuncio di Pavard? Oggi è impossibile (ride ndr). Siamo messi bene, è un obbligo cercare di essere ambiziosi e abbiamo tirato in alto in questa esigenza. Non è un’illusione che vogliamo dare ai tifosi, ma gli obiettivi bisogna tenerli alta. Il pezzo che ci manca deve portarsi dietro esperienza e autorevolezza, ma soprattutto deve essere forte. Sono soddisfatto del mercato, è il mio 47esimo mercato. In questo momento siamo molto diversi da quello che era il calcio degli anni ’90 e dei primi anni 2000. Dobbiamo rincorrere le grandi opportunità, non vedo una società in Italia che oggi possa dire: ‘investo 200 milioni sulla sessione estiva’”. Lo ha detto l’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, ospite di Radio TV Serie A con Rds, a proposito del mercato nerazzurro e della situazione del campionato italiano. “Se ci sono squadre più forti dell’Inter? Non lo so, penso che partiremo alla pari – aggiunge il dirigente -. Le difficoltà dell’estate? Alla mia età solo il caldo mi toglie il sonno, non le vicende dei calciatori. è venuta meno un po’ di serietà, i giocatori oggi ti dicono sì, domani ti dicono no. Bisogna adattarsi ad un sistema che è cambiato nei valori, nelle condizioni economiche e finanziarie. Oggi non ci sono più le bandiere, i calciatori sono guidati dagli agenti, a volte anche bene. Ogni trasferimento mette in movimento del denaro, che va ai procuratori”.

Inevitabile un commento sulla trattativa sfumata per Lukaku: “L’operazione ha lasciato tanta delusione, per il resto è giusto che faccia la sua strada e noi la nostra. Adesso comincia a chiudersi una nuova strada, non ci sono molte alternative. Non penso che lo vedremo in Italia, ma non conosco le dinamiche del Chelsea”. Poi ancora: “Non invidio un colpo alle altre. Quando convivi con un calciomercato che continua ad esserci quando giochi, un calciatore chiede di essere trasferito. Correa vuole spazio, non siamo indifferenti a questo e non teniamo i giocatori per forza. Con lui Ausilio sta ragionando, se decide di andar via, cercheremo di accontenteremo. Sanchez? Un campione, che ha grande passione, andato via a malincuore. Ha mandato segnali di ritorno, è un fatto positivo”. Poi sul caso Berardi al Sassuolo: “Concordo con Carnevali: lui è indispensabile nel gioco del suo club ed è un po’ tardi per sostituirlo”, ha aggiunto. Su Inzaghi: “Se trattiamo il prolungamento? Automatico quando c’è condivisione di intenti”. E aggiunge: “Leggo i social, ma non mi lascio condizionare. Fa parte del gioco, sono stimoli. Il calcio è cambiato, l’amore verso una maglia ti porta ad essere sfiduciato quando la squadra non riesce ad essere completa”.

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