Serie A

Caso arbitro anonimo, Le Iene intervistano Gravina: “Apprezziamo le denunce, ma devono essere fondate”

Gabriele Gravina
Gabriele Gravina - Foto LiveMedia/Alessio Marini

Questa sera nuova puntata de Le Iene dedicata al caso dell’arbitro anonimo che ha denunciato presunte anomalie e storture all’interno dell’Aia. Lo stesso fischietto parla ancora ai microfoni di Filippo Roma e rivela dell’altro: “Non mi hanno ancora trovato, è una ricerca incessante che prosegue su vari fronti… si fanno diversi nomi, c’è più di un sospettato, ma sono ancora qui libero di parlare e dire quello che secondo me non va nel mondo degli arbitri”.

Poi si parla di nuovi errori nelle ultime partite: “Per esempio, due giornate fa, durante Fiorentina Inter, in cui non è stato concesso un calcio di rigore evidente a favore della Fiorentina. Il Var Marini sarebbe dovuto intervenire per far rivedere l’azione ad Aureliano, l’arbitro in campo. Da notare che invece un episodio molto simile in Cagliari Milan della passata stagione, cioè l’uscita di pugno di Maignan su Lovato, non fu punita né dall’arbitro né dal Var. Come vedete episodi simili, quasi identici, una volta il Var interviene l’altra no. I tifosi non capiscono, ma vi assicuro neanche noi arbitri… In Napoli Verona c’è un evidente fallo da rigore su Kvaratskhelia. Inspiegabilmente il Var non interviene. Eppure, le immagini sono chiare e inequivocabili. Il Napoli ha avuto una serie di episodi sfavorevoli in questo senso, De Laurentiis fa bene a lamentarsi, non gli si può dire nulla, ma fino ad adesso le sue lamentele non hanno portato a molto…”. E su Marelli: “La sua marcia indietro? L’unica cosa che davvero è cambiata è che Marelli nel 2020 non aveva ruoli ufficiali, oggi invece commenta i casi da moviola per Dazn. Forse preferisce mantenersi al di fuori delle polemiche?”.

Le Iene a questo proposito hanno anche intervistato il presidente della Figc, Gabriele Gravina: “Le denunce, a mio avviso, rappresentano un atto di coraggio, da apprezzare, ma devono essere denunce fondate. Quindi noi tutto quello che può essere raccolto come esposto, possibilmente diciamo da soggetti non incappucciati, noi preferiamo, voglio dire, la massima trasparenza. L’arbitro che denuncia non deve aver paura. Le norme di salvaguardia sono a tutela della verità, non delle calunnie. Noi per questo abbiamo voluto comunque presentare un esposto. Perché se quelle cose che sono state denunciate, evidenziate, dovessero corrispondere al vero, saranno perseguite, ma devono essere vere, quindi gli arbitri hanno tutto il diritto e il dovere, anzi sottolineare più il dovere che il diritto, di poter rappresentare queste criticità, lo devono fare con la massima trasparenza. Se sono vere non hanno nulla da temere, anzi, noi apprezziamo questo gesto. Se l’arbitro ci avesse messo la faccia, assolutamente sì che sarebbe ancora ad arbitrare. Io ne sono convinto. Sono certo perché ci sono delle condizioni che noi comunque dobbiamo salvaguardare. Se c’è verità, la verità emerge sempre e noi la tuteliamo. Ma cosa temono? Ribadiamo un concetto fondamentale: massima disponibilità ad accogliere tutto. Voglio dire, noi agiamo con la massima trasparenza. Per questo il nostro esposto alla Procura della Repubblica va in quella direzione. All’interno dell’Aia c’è la massima espressione della democrazia. Noi non vogliamo nascondere nulla. Massima trasparenza, ma quello che chiediamo è la massima trasparenza anche nel manifestare. Voglio dire, queste critiche, o comunque questi disservizi, o comunque queste critiche al sistema in maniera diretta, senza aver paura. Non c’è da aver paura.  Gli arbitri noi li tuteliamo fino in fondo”.

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