
Roberto Mancini - Foto LiveMedia/Federico Proietti/DPPI
Al Festival dello Sport di Trento l’ex ct azzurro ha raccontato emozioni e rimpianti: dall’Europeo vinto a Wembley al sogno Mondiale sfumato, fino al desiderio di tornare un giorno sulla panchina della Sampdoria. “Con l’Italia è stata l’esperienza più bella della mia vita. Speravo di restare dopo Spalletti, ma ci sono state incomprensioni. Il campo mi manca, come manca a tutti gli ex calciatori”.
Roberto Mancini torna a parlare della sua esperienza in azzurro e lo fa con la sincerità di chi ancora vive di calcio. Ospite al Festival dello Sport di Trento, l’ex commissario tecnico della Nazionale non ha nascosto emozioni, rimpianti e un pizzico di nostalgia per un’avventura che lo ha segnato profondamente.
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“Allenare l’Italia è stata l’esperienza più bella e più importante, quella che ho sentito di più – ha detto Mancini –. Con l’Europeo siamo riusciti a fare qualcosa di impossibile e impensabile, ma sempre con merito. Speravo anche di vincere il Mondiale e di poter essere io il dopo Spalletti. Quel sogno resta ancora dentro di me. L’addio? Ci sono state alcune incomprensioni che forse andavano chiarite meglio”.
Il tecnico marchigiano ha poi parlato di un talento che lui stesso aveva lanciato: Simone Pafundi, oggi alla Sampdoria. “È un giocatore giovane e molto dotato. A 18 anni ha disputato i Mondiali Under 20, eppure resta un mistero il perché non giochi in Serie A”, ha commentato Mancini.
Infine, un pensiero sul futuro e sulla voglia di tornare a respirare il profumo dell’erba di campo: “Mi manca allenare, mi manca vivere quell’ambiente. Vorrei chiudere la carriera alla Sampdoria, il club che sento casa mia. Le proposte che ho avuto non mi davano gli stimoli giusti. Entrare in corsa? L’ho già fatto al Manchester City, e non mi spaventa”.
Un messaggio che suona come una dichiarazione d’amore al calcio e all’Italia, in attesa che per Roberto Mancini arrivi una nuova occasione in panchina.