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Italia-Spagna fa 40 ad Enschede. Tra dubbi e conferme si cerca la quinta finale

Roberto Mancini
Roberto Mancini - Foto LiveMedia/Federico Proietti/DPPI

E sono 40, portati benissimo e festeggiati sul prato di Enschede, con in palio un trofeo che avrebbe un significato enorme. L’eterna sfida Italia-Spagna arriva al quarantesimo incrocio della storia e mette in palio la finalissima della Nations League contro la Croazia di Modric. Gli azzurri cercano il riscatto dopo che la Spagna ha interrotto la loro imbattibilità di 37 partite (record mondiale) nelle finals del 2021. E soprattutto si cerca un’inversione di tendenza dopo le sconfitte della Fiorentina (Conference League), Roma (Europa League), Inter (Champions League) e Italia Under 20 (Mondiale di categoria). La quinta finale del calcio italiano fa gola e può scacciare i rimpianti dell’ultimo mese.

Le Furie Rosse si presentano in Olanda con la stessa filosofia, un nuovo Ct (De La Fuente al posto di Luis Enrique) ma con un carico enorme in più di convinzioni. Gavi e Pedri (infortunato) hanno vinto la Liga con il Barcellona, Rodri è l’autore del gol decisivo in finale di Champions League per il Manchester City, Le Normand in difesa è il volto nuovo che ha preferito la Spagna alla Francia. Poi ci sono quei giocatori chiamati a riscattarsi. Ansu Fati dopo una sequela di infortuni sta progressivamente riacquistando continuità ed è una delle armi principali dell’attacco di De La Fuente che nelle prime uscite non ha rinunciato al tradizionale 4-3-3. Di fatto, sono solo sei i giocatori della Spagna del 2021 a tentare di ripetersi ad Enschede contro gli azzurri.

Roberto Mancini dovrà in compenso sciogliere alcuni dubbi di formazione. Al ritorno in azzurro, Ciro Immobile scopre il ‘concorrente’ Retegui. Nella sua peggior stagione (conclusa comunque in doppia cifra), l’attaccante della Lazio cerca il riscatto in nazionale. Discorso simile per Federico Chiesa, reduce da un ritorno in campo tra luci, ombre e paura di ricadute. Giacomo Raspadori ha vinto lo Scudetto da attore non protagonista col Napoli, mentre Nicolò Zaniolo ha vissuto uno spezzone di stagione con alti e bassi al Galatasaray. E poi ci sono i reduci dalle finali europee: oltre a Bastoni (tornato a casa per uno stato febbrile), ci sono Acerbi, Darmian, Dimarco, Spinazzola, Barella, Pellegrini e Cristante. In casa azzurra però c’è voglia di lasciarsi tutto alle spalle per il bene comune. C’è un trofeo da conquistare che darebbe morale e autostima per tornare nell’èlite del calcio europeo dopo un Mondiale visto da casa.

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