
Vlahovic interrompe un digiuno di 43 giorni e trascina i bianconeri contro l’Udinese. Standing ovation all’Allianz Stadium per il serbo, che resta concentrato sul presente.
Dusan Vlahovic ha messo in campo una prestazione da leader, tornando al gol dopo 43 giorni di digiuno (286 minuti senza reti) nella sfida tra la Juventus e l’Udinese. Dalla doppietta al Borussia Dortmund del 16 settembre fino al timbro contro i friulani, il serbo ha interrotto un periodo nero sia personale che di squadra: i bianconeri arrivavano da tre sconfitte e quattro gare senza segnare.
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Contro l’Udinese il centravanti ha offerto una prova totale. Il rigore che ha sbloccato la gara in avvio, l’esultanza rabbiosa, le occasioni per il raddoppio, il sacrificio in fase di non possesso: un atteggiamento che ha infiammato l’Allianz Stadium, culminato nella standing ovation con cui i tifosi lo hanno salutato al momento del cambio.
“Ho vissuto alti e bassi con il pubblico – ha ammesso Vlahovic –. Ringrazio i tifosi per la spinta e gli applausi, ma li merita tutta la squadra. Io cerco di aiutare sempre, anche quando non segno, nello spogliatoio ci sono diversi leader”.
Poi una battuta sul futuro: “Rinnovo? Non so cosa accadrà. Nel calcio mai dire mai, ma adesso non ha senso parlarne. Bisogna parlare poco e lavorare tanto. Il mio unico pensiero è far vincere la Juventus”.
