Calcio

Jankto: “Dopo il coming out non è cambiato nulla. La fascia arcobaleno? Non è necessaria”

Jakub Jankto
Jakub Jankto, Cagliari - Foto Luigi Canu/IPA Sport/IPA

In una lunga intervista rilasciata a L’Equipe, Jakub Jankto è tornato a parlare del coming out e di come ha impattato sulla sua carriera: “Non è cambiato nulla, sono sempre la stessa persona, credo anche per la mancanza di reazioni negative tra i tifosi. Penso di esser stato da esempio per tante persone, ma mi sento sempre lo stesso bravo ragazzo. La relazione con Marketa è durata 5 anni e le cose andavano bene, siamo anche diventati genitori. Ma continuare era inutile e ci siamo lasciati, avevano 26 anni e tutta la vita davanti“.

In Repubblica Ceca c’erano dei rumours, addirittura un giornale scrisse ‘un giocatore ceco è pronto a fare coming out’. Le cose stavano peggiorando, ma non volevo farlo pubblicamente, sarebbe stato come dover giustificare il colore dei capelli – ha poi raccontato Jankto – E’ stato un periodo difficile, non sapevo come avrebbe reagito il mondo del calcio. Tante persone però mi hanno rassicurato, da Tomas Rosicky, ds dello Sparta Praga ai tempi, e il mio agente Beppe Riso. Ho ricevuto migliaia di messaggi di sostegno, mentre nei paesi africani e del mondo arabo è stato accolto meno bene. Quando ho fatto coming out già sapevo che non sarei andato a giocare in Arabia Saudita“.

Jankto ha poi raccontato: “In qualche partita ho sentito qualche insulto, specialmente in stadi piccoli, ma erano pronunciati magari da persone che avevano bevuto o tifosi avversari che volevano farti giocare male. Non hanno funzionato, io ero concentrato sulla partita. L’unica reazione negativa? Quella del ministro Abodi, ma è comprensibile che le generazioni anziane non abbiano ancora capito certe cose. Comunque è venuto a trovarmi a Cagliari due settimane dopo e abbiamo chiarito le cose“.

Infine, sulla campagna che il calcio porta avanti contro l’omofobia: “E’ molto bello, ma il metodo non mi convince. La fascia da capitano color arcobaleno, ad esempio, non la trovo necessaria. Non si dovrebbe fare più del dovuto perché alla lunga è controproducente. Ambasciatore? Non ho intenzione di farlo. Non mi piace mettermi in mostra né ostentare il fatto di essere omosessuale“.

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