Champions League

La lezione rossonera. Le partite non si vincono mai prima di giocarle

Stefano Pioli Milan
Stefano Pioli - Foto LiveMedia/Tiziano Ballabio

“Si stanno creando le esatte condizioni per il passaggio del turno del Milan…”. Lo andavo ripetendo dal giorno del sorteggio, dalle esultanze di molti tifosi partenopei quando l’urna ha detto Milan, dai sussurri di qualche sorrisetto da parte dei giocatori del Napoli, da quel motivetto “Simm’ i’cchiu fort”, da quella narrazione che vedeva gli azzurri passare in scioltezza sul Milan, passando per le ironie sul DNA rossonero in Champions e via dicendo. Mi sono chiuso nel mio silenzio, ho osservato attendendo pazientemente il verdetto del campo.

Mi ero augurato una vittoria importante in campionato per minare le certezze del Napoli e cosi è stato, 4-0 e poche chiacchiere. Sulle pagine di Sportface avevo parlato di Mindgame, del colpire il Napoli proprio sulle sue sicurezze e sulla sensazione che il Milan potesse essere vittima sacrificale. Amici miei, nella mia breve carriera calcistica e giornalistica sportiva ho imparato una cosa: le partite non le vinci MAI prima di giocarle o meglio, se sei sicuro di aver già vinto…non la vincerai sicuramente. E così è stato. Con e senza Osimhen.
Alt, il Napoli ha dimostrato di essere una squadra fortissima. Tra andata e ritorno ha avuto probabilmente il pallino del gioco in mano, ha tenuto il pallone tra i piedi e si è scontrato contro un Milan compatto, arcigno, di squadra, cinico e forte, fortissimo mentalmente.
La forza del Napoli deve aumentare il valore dell’impresa rossonera, che se da un lato ha rischiato, dall’altro avrebbe potuto chiudere entrambe le sfide di Champions col Napoli già nel primo tempo.

“Chi può essere il Man of the Match stasera..? La testa….la squadra la deve vincere mentalmente..” Questa la mia risposta data a Milan Tv dove ero ospite nel pre partita. Bisognava restare dentro alla partita mentalmente, qualsiasi cosa succedesse. Bisognava restarci, concentrati, focalizzati e uniti verso l’obiettivo e così è stato. Il Milan non è mai uscito dal match, nonostante l’assalto iniziale dei primi ’20-25′, nonostante il rigore sbagliato da Giroud che rischiava di stendere un elefante, capaci di passare in vantaggio con una magia di Leao che quando è in versione “Buggato” è troppo per chiunque, ma comunque con attenzione massima su Kvara e Osimhen. Restare protagonisti nella partita nonostante il rigore contro, parato poi da Maignan e nonostante gli ultimi 2′ in apnea post rete di Osimhen. Un Milan maturo, che passa l’esame di maturità e si candida a fare 5 di anni di università in 2 partite, semifinale d’andata e semifinale di ritorno. E chissà, a quanto mi dicono in molti il 10 giugno ci saranno le discussioni della tesi….

Diventa difficile parlare dei singoli, si rischia di sminuire la prestazione di insieme, di squadra, di grande, enorme valore. Eppure, non ci si può non soffermare sulla prestazione di capitan Davide Calabria che si è letteralmente immolato per 90′ di attenzione massima su Kvara che ha provato a puntarlo sempre. Non possiamo non spendere parole per Simon Kjaer in quella che forse è la sua miglior prestazione di sempre in rossonero, ne respinge una valangata di testa, è sempre o quasi in anticipo su Osimhen, lotta come un mastino…il tutto con la calma e maturità di un veterano. E poi Magic Mike Maignan, il miglior portiere al mondo, che oltre alla prodezza sul rigore, oltre alla sua capacità di gestire il pallone anche con i piedi, ha una leadership ormai riconosciuta da tutti. E poi Krunic, partita di maestosa intelligenza, non solo equilibratore ma in costante raddoppio su chiunque, poi Leao che si prende le copertine e dimostra al mondo intero che parliamo di un calciatore potenzialmente top mondo. E poi, e poi e poi anche basta…. facciamo i complimenti al Napoli, una squadra super, prendiamoci questo bello spot al calcio italiano, anche perché alla fine è stata una sfida di enorme agonismo, che sembrava mettersi sulla cattiva strada con qualche veleno di troppo, invece il campo ha detto che ci si può sfidare e lottare in ogni modo, ma senza scorrettezze. Bravi tutti.

Ormai sono le 3.08, è notte fonda, perdonate quindi eventuali refusi, sono a Milano e non so se prenderò sonno facilmente, ma questa volta i fuochi d’artificio non c’entrano. C’è solo una frase che rimbomba nella mente: “Job is not finished…”. Vero Kobe?

SportFace