Calcio

Calcio, in Israele la stagione 2022-23 la peggiore dell’ultimo decennio per violenze e razzismo

Pallone Champions League femminile
Pallone Champions League femminile - Foto LiveMedia/Nderim Kaceli

Il fenomeno delle violenze sportive e del razzismo, purtroppo, macina kilometri e non conosce nazionalità. In Israele, secondi un rapporto compiuto dalla ONG ‘New Israeli Fund’ (Nif), la stagione appena mandata in rassegna sarebbe stata quella con più minacce razziali e con più episodi di razzismo. Il dato emerge da un rapporto fatto dalla stessa ONG che con un comunicato ha sottolineato il tutto.

Il comunicato: “La stagione calcistica 2022-23 è stata in Israele la più violenta e la più caratterizzata da razzismo nell’ultimo decennio. Diamo un calcio al razzismo e alla violenza negli stadi“. Tale comunicato segue di alcuni giorni gravi disordini avvenuti nella finale della Coppa d’Israele allo stadio Sammy Ofer di Haifa terminata con la vittoria del Beitar Gerusalemme (i cui ultrà non sono nuovi a episodi di violenza e razzismo, in particolare verso coloro che sono di religione musulmana) sul Maccabi Natanya e con una invasione di campo da parte di migliaia di persone che ha messo in pericolo la incolumità del Capo dello Stato Isaac Herzog.

Il comunicato, poi continua: “67 episodi di lanci di oggetti contundenti, di violenza e di invasioni di campo”. In altri 97 casi sono stati segnalati lanci in campo di petardi, bombe fumogene o torce: un fenomeno di dimensioni senza precedenti. Il calcio riflette quanto avviene nella nostra società – è la riflessione finale di Matan Segel, l’autore del rapporto. Questi episodi dimostrano quanto la situazione sia divenuta preoccupante. Il razzismo e la violenza negli stati sono senza precedenti, ed il disprezzo della legge da parte di tifosi ha superato ogni limite“.

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