Serie A

Milan, Furlani: “Partiamo sempre per vincere, ma non si può riuscire tutti gli anni”

Giorgio Furlani
Giorgio Furlani, Milan - Foto Luca Diliberto/IPA Sport/IPA

L’amministratore delegato del Milan Giorgio Furlani parla ai microfoni di Dazn nel talk show ‘Supertele’. Si comincia da un giudizio sulla stagione: “Troppo presto. Vediamo questo ultimo mesetto. Stiamo facendo bene rispetto allo scorso anno. Siamo 12 punti avanti rispetto a un anno fa. Peccato essere usciti dalla Champions, ma il girone era difficile. Noi partiamo sempre per vincere. Il nostro lavoro è quello di dare al mister la squadra più competitiva possibile per raggiungere certi traguardi. Il Milan parte sempre per vincere. La verità è che non ci si può riuscire tutti gli anni. Con il Newcastle siamo stati sfortunati, con il Borussia Dortmund al ritorno eravamo condizionati dagli infortuni. La Champions è un rimpianto, ma faremo di tutto per far meglio il prossimo anno“. Si parla di mercato: “La filosofia è quella di migliorare la squadra. L‘anno scorso abbiamo fatto un lavoro di parecchi cambiamenti perché era necessario cambiare un po’ la squadra, quest’anno sará un lavoro più mirato perchè le basi ci sono. Non è giusto dire che noi puntiamo solo ai giovani o ad una tipologia nello specifico. Il lavoro che facciamo come fanno le altre società, è guardare vari criteri”. Fatturato? Siamo attorno ai 400 milioni circa. Quanto può crescere? Domanda complicata. Dipende sicuramente dall’attività che facciamo noi e quindi dal lavoro che svolgiamo coi nostri partners , in parte dipende dalle competizioni UEFA per accrescere il fatturato della Serie A soprattutto a livello media. E poi c’è la parte stadio che è importantissima: a oggi come stadio abbiamo San Siro e ci focalizziamo su questo per renderlo un’esperienza migliore per i nostri tifosi. Un domani chi lo sa”. Su San Siro e il nuovo stadio: “Io avevo l’abbonamento con mio papà. San Siro è un posto speciale e anche i tifosi di calcio nel mondo ti dicono che San Siro è nei top 5 stadi al mondo. Lo stadio è un motore per creare risorse che vengono reinvestite nel calcio e oggi San Siro è un prodotto datato”.

 

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