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Matteo Arnaldi in crescita, a Barcellona c’è Ruud nei quarti per tentare il colpaccio e avvicinare la top-30

Matteo Arnaldi
Matteo Arnaldi - Foto Chryslene Caillaud Panoramic/IPA

Una vittoria per ritiro durante un primo set molto equilibrato conro Arthur Cazaux all’esordio, poi l’incredibile rimonta ai danni di Sebastian Baez annullando una serie di match point consecutivi e infine una facile e perentoria affermazione sul qualificato Trungelliti. Nel percorso che ha portato Matteo Arnaldi a raggiungere i suoi primi quarti di finale dell’anno 2024 c’è un po’ di tutto. Un pizzico di fortuna, altrettanta determinazione e caparbietà e anche un livello di gioco che sembra stia salendo nonostante i tanti alti e bassi di questo inizio di stagione.

Soltanto per la seconda volta in stagione l’allievo di Alessandro Petrone ha vinto tre match consecutivi, ma è anche la seconda negli ultimi tre tornei disputati. Prima, aveva centrato quest’obiettivo sul cemento di Miami, dove si era spinto agli ottavi del Masters 1000 battendo Fils, Bublik e Shapovalov prima di perdere da Machac. Segnale che la forma sta crescendo dopo un inizio stentato, anche a causa di sorteggi non sempre fortunati. Per citarne alcuni: agli Australian Open ha pescato De Minaur al secondo turno, ad Acapulco dopo aver eliminato Taylor Fritz si è ritrovato di fronte Ben Shelton e ad Indian Wells ha avuto Alcaraz. Con questo risultato, Arnaldi è vicino a ritoccare il suo best ranking di n°35 e riuscirebbe a centrare l’obiettivo in caso di vittoria odierna e approdo in semifinale sul rosso della Catalogna.

Non sarà di certo semplice, contro un Casper Ruud in ottima forma e fiducia. Il norvegese, dopo un 2023 difficile in cui non è riuscito a confermare del tutto le prestazioni dell’anno precedente (ma ha raggiuto comunque una finale slam a Parigi, mica poco) sta risalendo la china e grazie al bel torneo di Monte-Carlo, impreziosito dal successo ai danni di Djokovic, è risalito al n°6 della classifica mondiale. Certo, i problemi con le ‘grandi finali’ sembrano essere ancora lì, ma per il resto il tennista classe ’98 pare aver ritrovato la solidità e la continuità di un tempo. A Barcellona non ha accusato finora la stanchezza accumulata nel Principato, anche perché – dopo un bye all’esordio – sia Alexandre Muller che Jordan Thompson non potevano rappresentare ostacoli in grado di impensierirlo sulla terra rossa.

C’è un precedente tra i due e risale a circa un anno fa. Era il Masters 1000 di Madrid e Arnaldi – dopo tanti successi a livello challenger – decise di presentarsi al grande pubblico battendo colui che all’epoca era la testa di serie numero tre del tabellone madrileno e numero quattro del ranking. Un successo schiacciante, con lo score di 6-3 6-4 contro un Ruud che in quel momento pareva davvero in crisi profonda. Poi il norvegese si rialzò in tempo record, raggiungendo la semifinale a Roma e la già citata finale a Parigi poche settimane fa, ma Arnaldi impressionò e – come dimostrato nei 12 mesi successivi – quella prestazione tutto era tranne che un fuoco di paglia. Un’ascesa rapida, da n°105 fino al n°44 di fine anno. E ora è pronto l’assalto alla top-30.

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