Tennis

Masters 1000 Miami, Dimitrov: “Sono orgoglioso di me stesso, non era facile contro un Alcaraz così”

Grigor Dimitrov
Grigor Dimitrov - Foto LiveMedia/Jean Catuffe/DPPI

Grigor Dimitrov ha parlato in conferenza stampa dopo la splendida vittoria ai quarti di finale del Masters 1000 di Miami contro Carlos Alcaraz: “Non voglio dare un voto a come mi sento perché domani ho un’altra partita. Questo sport è così: sei molto felice per questa vittoria, ma devi concentrarti presto per il match successivo. Posso solo dire che sono molto orgoglioso di me stesso per aver giocato in modo così pulito durante tutta la partita“. Il bulgaro ha proseguito: “Carlos è incredibile, adoro guardarlo giocare o allenarmi con lui. Ho 12 anni più di lui. È molto divertente per me potermi mettere alla prova in questo modo, è una grande opportunità. Non puoi lasciarlo colpire, abbiamo visto cosa è successo nel secondo set, quando mi ha strappato il break. Non potevo fare nulla, dovevo solo rimanere paziente. Sapevo cosa stava succedendo e che avrei avuto un’altra possibilità. Non mi sono tirato indietro: ho creduto nel gioco che stavo mettendo in campo e l’esecuzione è stata perfetta“.

Dimitrov ha poi risposto ad un’altra domanda su Alcaraz: “Mi piace il suo gioco. È uno dei giocatori più astuti che ci siano. A volte, in certi momenti, mi vedo riflesso in lui, così posso immaginare cosa potrebbe accadere, anche se non sempre accade. È molto esplosivo e devi sempre metterlo in una situazione scomoda. A volte devi dare forza ai tuoi colpi per tenerlo a bada. È come giocare al gatto e al topo per vedere chi colpisce per primo. Sono sicuro che anche lui si senta allo stesso modo. Essendo così giovane, è un tennista molto completo. Puoi vedere tutte le cose che fa. Il suo gioco mi piace perché mi tiene sempre in allerta“. Infine l’ex numero 3 al mondo ha concluso con un paragone con Shanghai: “Sono due partite diverse, con condizioni diverse. Ieri sera ho quasi guardato quella partita, stavo per premere il pulsante play, ma mi sono fermato. Pensavo di non aver bisogno di vederlo, perché era tutto diverso: in Asia, su un campo e con un clima diversi. Volevo venire qui e ricominciare da zero costruendo dal primo punto. Non avrei avuto il tempo di mettere la palla in gioco e vedere cosa avrebbe fatto. Fondamentalmente, dovevo guardare dalla mia parte e spingere con ogni colpo ogni volta che ne avevo la possibilità“.

SportFace