Il punto del Nize

DIARIO ROLAND GARROS – Day 2: bilancio agrodolce per gli azzurri, il racconto della giornata

Flavio Cobolli
Flavio Cobolli - Foto Antonio Fraioli

Sveglia presto, ore 6.30. Non volontaria, ahimè, ma non riesco più ad addormentarmi. La spesa però dà i suoi frutti. La seconda mattinata parigina inizia nel migliore dei modi con una vera colazione: succo di pompelmo rosa, due fette di pane con un paio di fette di petto di pollo e formaggio di capra; e cappuccino a chiosa. Prima di uscire video chiamata con il piccolo Theo, che la settimana prossima arriverà a Parigi, e si parte in direzione Roland Garros. Ieri vi era praticamente obbligo di t-shirt e crema solare, oggi giacca e cappuccio (la sciarpa non l’ho portata, ma sarebbe stata utile). Sottolineatura importante anche per le condizioni di gioco, che saranno leggermente meno rapide.

Mattia Bellucci - Foto Antonio Fraioli
Mattia Bellucci – Foto Antonio Fraioli

Alle 10 giocano quattro italiani in contemporanea. Non riesco a seguire Stefanini e Passaro, purtroppo entrambi sconfitti. Francesco inizia bene, come spesso gli accade in questo periodo, per poi calare alla distanza. La scelta ricade su Bellucci e Cobolli, anche perché i campi 6 e 8 sono attaccati e, da una determinata posizione tattica, posso vederli entrambi. Inizialmente mi siedo accanto a Fabio Chiappini, coach di Bellucci. L’avversario è probabilmente il peggiore possibile: Yannick Hanfmann (semifinale a Houston, terzo turno a Madrid e quarti di finale a Roma). Mattia parte bene in entrambi i set, andando avanti di un break, ma finisce per uscire sconfitto 7-6(3) 6-4 dopo una prova comunque convincente. Ho visto parecchie ‘bellucciate’, come le chiama Chiappini, ovvero colpi impossibili o quasi giocati di puro talento (un passante di rovescio senza senso, una smorzata di rovescio incrociata giocando dal centro e qualche altra magia). Mattia non è in fiducia in questo periodo, e lo si nota nei momenti importanti, ma il talento c’è e con il lavoro verrà fuori da questa situazione. Oltre alla fiducia, ovviamente, manca abitudine a giocare con tennisti che regalano poco; e che se regalano lo fanno una o due volte al massimo. Da sottolineare la presenza, accanto a Chiappini, di Alessandro Petrone (coach di Arnaldi). Abbiamo spesso parlato di quanto sia importante la sinergia tra i vari team dei giocatori italiani e, per fortuna, ne vediamo prove in ogni angolo del Roland Garros.

Sul campo 6 Flavio Cobolli gioca la solita battaglia. L’avversario è il ventunenne francese Mathys Erhard (WC), che sorretto dal pubblico entra sempre più nel match sino a impensierire realmente ‘Cobo’, che chiuderà solamente 6-4 3-6 6-4. Flavio guazza nella bolgia, che sia a favore (come al Garden o al Foro Italico) o contro. Si carica, lotta, vince un match divenuto più difficile del previsto. Qui di seguito le parole che ho scambiato con il papà-allenatore Stefano Cobolli nel post partita:

ASCOLTA STEFANO COBOLLI

Mangio velocemente una cosa al ristorante della stampa e mi reco a dare un’occhiata a Franco Agamenone, che lo scorso anno entrò come lucky loser. La prima scelta era Andrea Pellegrino, che però appare dolorante sin dai primi colpi e si ritira dopo un set. Di certo la giornata molto fredda non ha giovato alla condizione non perfetta del pugliese. Purtroppo è difficoltà anche Agamenone, da 5-2 e servizio contro Diaz Acosta si ritrova a perdere 7-5 6-3. Un gran peccato. Le cose non migliorano spostandomi sul campo 12, dove Francesco Maestrelli fa tanta fatica a tenere la battuta contro il bulgaro Andreev. Il ‘drago di Pisa’ vive momenti di grande tennis accompagnati però da attimi di smarrimento ed errori gratuiti in serie. Coach Gabrio Castrichella prova a sostenerlo in ogni frangente, ma arriva la sconfitta 6-3 6-4. A inizio secondo set Maestrelli era partito davvero bene, salendo 3-0, ma la continuità all’interno del match è mancata totalmente. L’impressione è che forse lo scorso anno sia arrivato troppo in alto troppo presto e che abbia invece ancora bisogna di diventare un tennista da challenger (nel senso positivo del termine) prima di tentare il salto ATP. Cosa significa? Saper alzare il livello nel momento giusto, vincere partite anche in maniera sporca, sbagliare poco e far sbagliare l’altro; il tutto cercando di accettare gli errori. La strada è lunga ma il talento c’è.

Pausa in sala stampa a ricaricare telefono e pc. Tra un po’, oltre al grande Riccardo Bonadio e al suo poetico rovescio, sarà il turno della famiglia Brancaccio (Raul e Nuria).

Raccattapalle Roland Garros - Foto Antonio Fraioli
Raccattapalle Roland Garros – Foto Antonio Fraioli

È il momento di Riccardo Bonadio, che sul campo 3 è pronto a sfidare James Duckworth, ex n.46 ATP, tra le prime teste di serie delle qualificazioni ma non esattamente un ‘terraiolo’. Arrivando al campo incontro i raccattapalle che si scaldano. A Parigi è una consuetudine. Sono bravissimi, velocissimi, ‘issimi’ in tutto.

Bonadio parte bene e si porta in circa un’ora sul punteggio di 6-3 3-2 e servizio. Il rovescio di Riccardo va che è una meraviglia e il pubblico si diverte. L’australiano, tennista d’esperienza, cambia tattica: serve in maniera più incisiva, si butta a rete e, soprattutto, regala sempre meno. La sensazione è che Bonadio da fondo sia più solido, sale 5-4 e serve per il match. Ma arriva il break. Duckworth sale 6-5 e si procura un set point, ma il dritto di ‘Bonny’ non perdona. Il tiebreak certifica la nuova consapevolezza del friulano: 6-1 in un amen e chiusura 7-2. Accanto a me un timido tifoso dell’australiano esce deluso, mentre un appassionato italiano cercava di spiegare, in spagnolo, cosa fosse un tiebreak alla fidanzata sudamericana. L’urlo di Riccardo Bonadio racchiude tutto: tensione per un match che si stava complicando, la gioia, i recenti match ben giocati ma persi.

Riccardo Bonadio – Foto Antonio Fraioli

ASCOLTA RICCARDO BONADIO

Il programma azzurro viene chiuso dai fratelli Brancaccio: Raul e Nuria giocano clamorosamente in contemporanea. Raul non arriva da un momento di fiducia (per usare un eufemismo) e l’altro giorno mi ha salutato con un eloquente ‘vado a picco come il Milan’ (è un grande tifoso rossonero). In realtà non gioca male contro Berankis, ma nel terzo set il lituano scappa via troppo presto e troppo velocemente. Nuria gioca una bella partita contro Katie Boulter che, nel terzo set, viene decisa da pochissimi punti che consentono alla britannica di chiudere 6-2 4-6 6-4. Sul 4-4 la campana ha avuto qualche mezza chance, mentre sul 4-5 40-15 una palla corta

Parigi

potenzialmente vincente si è fermata in rete. A seguire il match con coach Cacace anche Tathiana Garbin, capitano di BJK Cup. Nuria ha bisogno di giocare match di questo livello per abituarsi e, poi, pian piano iniziare a vincerli (come accaduto contro la Grabher al Foro Italico).

Bilancio decisamente agrodolce (più agro che dolce) quest’oggi: 2 vittorie e 8 sconfitte. Molti match erano contro pronostico, ma ci si poteva aspettare qualcosa in più. Domani tornano tutti in campo (Zeppieri, Gigante, Vavassori, Bonadio e Cobolli) inseguendo un posto all’ultimo turno di qualificazione. Io torno verso l’appartamento, prendo la metro. Alle 20.40 cammino verso casa e il cielo è ancora azzurro, con il sole (finalmente, la giornata è stata parecchio grigia) a illuminare la strada. La luce è bellissima. Che sia di buon auspicio per la giornata di domani, sportiva e non.

 

 

 

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