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Berrettini, il lavoro a Marrakech non è ancora finito: contro Carballes cerca un titolo che manca dal 2022

Matteo Berrettini
Matteo Berrettini - Foto LiveMedia/Jean Catuffe/DPPI

Per il momento continuiamo a dirlo a bassa voce, ma appare sempre più evidente che Matteo Berrettini sia tornato davvero. L’azzurro ci aveva abituati a rientri trionfali già in passato e non è stato da meno neppure quando lo stop è stato più lungo, addirittura superiore ai sei mesi. Se il fisico non gli dà noie, Berrettini conferma di poter ambire a posizioni ben diverse dal numero 95 del ranking Atp che occupa virtualmente. Eppure il ritorno tra i primi 100 del mondo (è il nono azzurro) è più dolce che mai e, in attesa della finale che c’è da giocare a Marrakech, Matteo se lo gode.

Il suo lavoro in terra marocchina però non è ancora finito, proprio perché c’è ancora una partita da giocare e un titolo da conquistare. Finora la settimana di Berrettini è stata molto positiva, seppur non priva di momenti di difficoltà. Al secondo turno contro Munar ha infatti rischiato qualcosina, mentre in semifinale è stato costretto a recuperare un set di svantaggio a Navone. In finale, però, c’è arrivato lui e potrà assolutamente giocarsi le sue chance. L’avversario tuttavia non è di quelli che si affrontano col sorriso stampato in faccia. Roberto Carballes Baena è infatti un giocatore molto ostico, che non regala nulla e che vende cara la pelle su ogni singolo punto, dando il 100% sempre e comunque. E se su altre superfici è molto insidioso, sulla terra rossa – suo habitat naturale – lo è ancora di più. Non a caso ha raggiunto tutte le sue finali della sua carriera tra Challenger e Atp su questa superficie ed è il campione in carica del torneo.

Poco male per Berrettini, che in carriera ha già vinto tre titoli Atp sulla terra rossa e possiede un gioco in grado di mettere in difficoltà Carballes Baena. L’azzurro è inoltre più motivato che mai poiché non solleva un trofeo dal giugno del 2022 e vuole tornare a rivivere quella sensazione. Berrettini è avanti 2-1 nei precedenti, ma sono andati tutti in scena sul veloce, dunque hanno un’importanza relativa. Molto più significativi i rispettivi percorsi a Marrakech: lo spagnolo ha debuttato con un comodo successo ai danni di Gigante (costretto al ritiro a inizio secondo set), ha poi piegato dopo due ore di gioco la sua nemesi Evans, quindi l’unico set perso ai quarti contro Moreno de Alboran prima di un altro successo in due set in semi contro Kotov.

Berrettini ha invece passeggiato all’esordio contro Shevchenko per poi domare in tre set un indemoniato Munar. Quindi una vittoria contro l’amico Sonego e quasi tre ore trascorse in campo per avere la meglio di Navone. In attesa di volare a Montecarlo per calcare palcoscenici più prestigiosi, l’azzurro spera di mettere la ciliegina sulla torta e chiudere in bellezza questa settimana. Il bilancio del suo ritorno in campo è già ampiamente positivo (non va dimenticata la finale del Challenger di Phoenix); è innegabile, però, che un trofeo lo renderebbe ancora migliore.

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