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Stefano Azzi (Ceo Dazn): “La pirateria per qualcuno è diventata cool. Chiamiamoli hooligan, non pirati”

Pallone Serie A
Pallone Serie A - Foto LiveMedia/Alessio Marini

Il calcio italiano e chi lo racconta al lavoro per nuovi progetti. E dopo le telecamere negli spogliatoi, una novità potrebbe riguardare gli arbitri. A dirlo è Stefano Azzi, Ceo di Dazn, intervistato da Repubblica. Per ora è solo un’idea, ma è ben chiara: “Sarebbe bello mettere una telecamera sull’arbitro: vedere la partita con gli occhi di chi deve decidere aiuterebbe a capire la complessità delle sue decisioni”, le sue parole. “Ai ragazzi piace la bodycam, che ricorda i videogame– continua- In partita i giocatori ci hanno detto che può far perdere loro qualcosa: ad esempio un portiere può sentirsi meno sicuro nella presa, con un corpo estraneo addosso. Uno spazio in cui entrare invece è il tunnel degli spogliatoi, che al momento è precluso anche per questioni tecniche di trasmissione”. Resta il problema “pezzotto”: La pirateria per qualcuno è diventata cool: la gente sente ‘pirati’ e pensa a quelli dei Caraibi. Chiamiamoli hooligan. Perché, come i violenti, danneggiano la loro squadra, un danno da un milione al giorno: in pratica i club potrebbero spendere il doppio sul calciomercato. I pirati rischiano sanzioni da 5mila euro, quasi 12 anni di abbonamento a Dazn. E poi aprono il telefonino a un hacker. Regalando ai criminali i propri dati, le proprie foto e tutto quello di personale che c’è dentro”, spiega Azzi.

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