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Giovanni De Carolis a 39 anni ci riprova: stasera in Francia la sfida europea contro Lele Sadjo (19 ko su 21)

Cosa spinga un ex campione del mondo di 39 anni a salire sul ring in trasferta contro un demolitore da 19 ko su 21 vittorie sta tutta in una frase che Giovanni De Carolis disse pochi mesi dopo aver vinto il titolo mondiale in Germania contro Vincent Feigenbutz: “Combattere all’estero mi emoziona”. Ecco, De Carolis alla soglia dei 40 anni sa emozionarsi ancora con i guantoni alle mani e stasera, intorno alle 23:00 (diretta Dazn), salirà sul ring del Palais des Sport Marcel Cerdan di Levallois-Perret per sfidare Kevin Lele-Sadjo con in palio il titolo europeo dei pesi supermedi. L’avversario sulla carta è favorito e lo dicono i numeri. È più giovane (33 anni) ed è in rampa di lancio con 21 vittorie, 19 delle quali prima del limite (la più prestigiosa inflitta all’ex detentore del titolo vacante IBF Jack Cullen per la cintura continentale EBU). Sotto l’attenta guida di Italo Mattioli, De Carolis si è preparato minuziosamente come al suo solito, dividendosi tra la sua Roma e Nantes, dove ha svolto il camp di avvicinamento alla sfida. I numeri si trovano sui suoi profili social: dal 18 dicembre al 25 febbraio (prima delle due settimane di scarico), ha svolto 73 allenamenti, con 15 giorni di riposo su 70, 120 round di sparring e 46225 kcal bruciate.

Come ha confessato lui stesso, De Carolis in questa preparazione ha preferito essere leggermente meno muscoloso rispetto agli altri incontri, assicurandosi più resistenza nelle gambe contro un avversario che ha un ritmo poderoso e mani pesanti. Dalla sua Lele Sadjo non ha l’altezza (anzi, con i suoi 173 cm guarderà Giovanni, 183, dal basso verso l’alto), ma è un pugile roccioso che sa accorciare benissimo la distanza. Nei suoi match ha sempre preso l’iniziativa e il recente incontro contro Zeynel Elbir (finito al settimo round al primo accenno di battaglia aperta) mostra l’ottima varietà di colpi (il gancio destro fa paura) a disposizione del francese, che negli ultimi cinque impegni non ha mai fatto vedere all’avversario l’ottava ripresa. Sulla carta è una missione proibitiva, ma per Giovanni non è cosa nuova. Quello di stasera sarà il quindicesimo match fuori dal Lazio in carriera per il pugile romano, che lontano dalle mura della sue città è riuscito a vincere e difendere una cintura mondiale, oltre al titolo intercontinentale WBO. Ora ci riproverà per il titolo europeo (già sfumato a Manchester contro Lerrone Richards), l’unico assente nella gloriosa bacheca di un pugile diventato campione del mondo in Germania contro un tedesco. Il futuro se l’è già costruito (un anno fa ha debuttato come promoter), ma la voglia di emozionarsi sul ring c’è ancora. Soprattutto in trasferta.

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