Formula 1

Zero punti per la Ferrari, ma segnali positivi. In Australia vince Verstappen ma perde la Fia

Charles Leclerc Ferrari
Charles Leclerc - Foto LiveMedia/Xavi Bonilla/DPPI

E’ stata una gara sfortunata e deludente per la Ferrari, se si pensa al lato prettamente sportivo, anche se il Gran Premio d’Australia probabilmente verrà ricordato solo in Red Bull per la vittoria (la prima a Melbourne) di Verstappen, mentre dall’intero mondo di milioni di appassionati del Circus per la gestione scellerata di diversi episodi chiave da parte della Fia. A perdere è proprio la federazione internazionale, che ha reso la F1, in particolare ad Albert Park, un far west dove il regolamento non è univoco e nelle poche volte in cui lo è viene calpestato con soluzioni cervellotiche e decisioni prese contro il senso comune. Ma tornando al Cavallino, del resto della gara drammaticamente falsata ne abbiamo parlato ieri, si possono rintracciare aspetti positivi persino in uno zero alla casella punti, con Leclerc fuori dopo le prime curve per il troppo ottimismo nel tentativo di recuperare subito qualche posizione, un difetto non da poco già emerso lo scorso anno, e Sainz penalizzato oltremodo per un contatto in cui ha sì colpe, ma che non avrebbe dovuto portare ai cinque secondi di penalità così afflittivi con Alonso riportato davanti e una chiusura in parata che gli ha fatto perdere non solo il podio, non il terzo posto, ma addirittura la zona punti chiudendo dodicesimo.

E’ stata una buona Ferrari, e lo possiamo desumere esclusivamente dal riscontro di Sainz, che ha avuto un ottimo passo gara, ovviamente distante da quello della Red Bull, ma di poco migliore di quello di Alonso con un’Aston Martin sempre più seconda forza del Mondiale, nonché superiore alla Mercedes e soprattutto confortante e vicino a chi sta per il momento davanti – sul piano dei punti anni luce – alla scuderia di Maranello. 1:21.959 per lo spagnolo della Ferrari, che gestisce bene la gomma bianca e che avrebbe addirittura puntato alla vittoria se non ci fosse stato l’episodio davvero sfortunato – e di malagestione Fia – della Safety Car sfruttata per il pit stop con la bandiera rossa messa due giri dopo. Era una grande mossa la sua e quella di Russell, vanificata così dagli steward e da una prudenza ingiustificata.

Gara dunque di rimonta per Sainz, e gli era riuscita bene con una serie di sorpassi. La velocità c’era, il bilanciamento pure. Purtroppo era ormai complicato recuperare rispetto ai primi tre, ma la nuova standing start dopo la seconda bandiera rossa stava per fruttare il podio con il sorpasso su Alonso e il contatto che ha rovinato tutto. Sotto la superficie di un’altra giornata deludente per la Rossa, dunque, ci sono aspetti di ottimismo che non si possono nascondere, considerando però che la gara in sé è stata anomala e che tutti i competitors hanno dovuto gestire una gomma bianca per tantissimi giri senza dunque poter dare distacchi clamorosi. A Baku fra tre settimane, nella speranza che ci siano aggiornamenti e un ulteriore salto di qualità, e soprattutto di potersela giocare con due punte anziché una e di essere più competitivi – e nessun errore di strategia o comunicazione – in qualifica, con il jolly della sprint race per recuperare qualche punto.

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