
La Formula 1 si avvicina al giro di boa con l’appuntamento di Montréal, dove andrà in scena la decima tappa di un Mondiale che, finora, ha raccontato storie impreviste.
In cima alla lista c’è la McLaren: un rullo compressore capace di azzerare i dubbi della vigilia con una continuità mostruosa e una monoposto finalmente completa. Norris e Piastri fanno paura, perché non sbagliano nulla e ogni gara sembrano crescere ancora. Dall’altra parte c’è una Red Bull in piena crisi identitaria. Max Verstappen appare insofferente, quasi stanco, come se il dominio delle stagioni precedenti fosse diventato un peso più che un privilegio. La monoposto non è impeccabile e quando l’olandese si allontana dal vertice, le crepe si allargano.
In mezzo a tutto questo, le Ferrari si barcamenano. Tre podi per Charles Leclerc, ma nessuna vittoria, nessuna vera impressione di superiorità. La SF-25 resta una macchina da rincorsa, un’eterna incompiuta che illude e poi si eclissa. E poi c’è la Mercedes, che sembrava aver pescato il jolly con l’esordio di Andrea Kimi Antonelli, ma che invece oggi si trova a fare i conti con un talento in frenata e una macchina che lo tradisce.
Antonelli lascia l’Europa con zero punti: cosa succede?
Doveva essere la nuova era, quella della rinascita Mercedes sotto il segno di un giovane prodigio. E invece Andrea Kimi Antonelli, dopo un avvio brillante, ha incassato tre zeri consecutivi in Europa, ciascuno con una dinamica diversa ma ugualmente pesante. A Imola, nella gara di casa, è stato un problema all’acceleratore a spegnere ogni entusiasmo. A Monaco, un errore in qualifica lo ha estromesso dalla Q3, complicando l’intero weekend. In Spagna, infine, la beffa: in piena zona punti, la Power Unit ha detto basta a pochi giri dal traguardo. Tre gare, tre batoste, e la percezione che qualcosa si sia incrinato tra le aspettative e la realtà.

James Allison, direttore tecnico Mercedes, ha parlato apertamente di “indagini in corso” sulla rottura del motore, ammettendo che il guasto potrebbe avere ripercussioni anche sui team clienti: McLaren, Williams e Aston Martin. Un segnale che il problema è tutt’altro che isolato. E intanto, Antonelli, dopo aver sfiorato il podio in Australia e strappato una pole nella Sprint a Miami, si ritrova a rincorrere. Il confronto interno con George Russell si fa più serrato, e il giovane bolognese è chiamato a rispondere con la maturità dei grandi. Montreal sarà una cartina tornasole: lì dove il talento non basta, serviranno nervi saldi, strategia e fortuna.