In Evidenza

Udine, il luogo dei sogni di Spalletti: lo Scudetto in Friuli può chiudere un cerchio

Luciano Spalletti Napoli
Luciano Spalletti - Foto LiveMedia/Claudio Benedetto

Probabilmente avrebbe voluto vincerlo nel suo stadio, a Napoli, davanti alla folla delle occasioni speciali. Il calendario dello Scudetto però offre a Luciano Spalletti un possibile finale alternativo all’altezza del giorno più bello della sua carriera da allenatore. Udinese-Napoli è il possibile match Scudetto, il secondo, dopo l’occasione mancata al ‘Maradona’ contro la Salernitana. Stavolta basta un punto per far scattare la festa a Napoli e a Udine, dove sono attesi circa 10.000 tifosi del Napoli. E la Dacia Arena, che un tempo si chiamava stadio Friuli, non è un luogo qualunque per Luciano Spalletti che sulla panchina bianconera è diventato grande, guadagnandosi la chiamata della Roma di Francesco Totti. In carriera Spalletti vanta 117 panchine in Serie A alla guida dell’Udinese, dove visse una doppia esperienza: la prima, poco fortunata, nel 2001; la seconda, brillante tra il 2002 e il 2005 con tre qualificazioni europee consecutive, fino allo storico accesso in Champions League con il quarto posto. All’età di 64 anni e 58 giorni, giovedì 4 maggio, Spalletti potrebbe diventare l’allenatore più anziano a vincere uno Scudetto nella Serie A a girone unico. L’ha già sfiorato a Roma nel 2007, mentre nella scorsa stagione il suo Napoli non riuscì a reggere il passo del Milan nel finale.

Stavolta la sua squadra ha sbaragliato la concorrenza e si appresta ad esultare. Prima però il tecnico ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “Quando torno indietro e penso al mio percorso di 30 anni, ci sono molte squadre in cui sono rimasto per tanti anni come Roma, Udinese, Empoli e Zenit. Quando si dice che ho un carattere difficile la cosa stride un po’ perché non è semplice trovare qualcuno che ha consumato gran parte della sua carriera in 4-5 squadre”. E ancora: “L’anno scorso sono arrivato terzo e mi avete attaccato gli striscioni in cui mi dicevate di andar via. E le critiche ci sono ancora oggi, ma fanno parte del gioco. Sono venuto qui convinto di provare a fare qualcosa di importante. Dopo Sarri o Ancelotti, non venivo qui per lo stipendio. Avevo solo una via d’uscita, riuscire a vincere”. Un cerchio che si chiude per l’allenatore con più partite vinte nella storia della Serie A nell’era dei tre punti a vittoria (285).

SportFace