Serie A

Serie A, Lorenzo Casini: “Chiediamo norme sblocca stadi, non soldi”

Lorenzo Casini
Lorenzo Casini - Foto LiveMedia/Ettore Griffoni

“Partite italiane all’estero? Un’ipotesi vecchia. La Liga spagnola lo fa da 10 anni, è ancora più vecchia se parliamo dell’Nba. Ci sono sport che costruiscono l’esportazione del prodotto anche così, ma per il calcio è molto complicato, oltre al fatto che i tifosi perderebbero una giornata”. Lo ha detto, presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini in merito alla possibilità di disputare una giornata del campionato italiano all’estero. Nel suo intervento al convegno “Osservatorio valore sport” – organizzato da The European House Ambrosetti – il numero 1 della Lega ammette che “la comparazione è alla base di ogni miglioramento, ma non facciamo trapianti senza considerare il contesto. L’esperienza fuori si può valutare”. Nella giornata di ieri si è svolta l’assemblea di Lega, che ha approvato un documento contenente un piano di riforme per il calcio italiano. “Ma prima ci sono le infrastrutture, che sono l’urgenza – avverte Casini -. Italia ’90 è stato l’ultimo investimento, sbagliato, sugli stadi. Non c’è stata la capacità, da parte della Serie A, di impiegare le risorse che c’erano sulle infrastrutture. Meglio demolire e ricostruire che tenere qualcosa di non aggiornabile, senza riferimenti a San Siro. Bisogna avere stadi che siano attrattivi tutto l’anno: ci sono stadi che possono offrire questo, ma tanti no”. Casini sottolinea che “gli stadi devono essere luoghi di inclusione, tecnologia, efficientamento energetico: purtroppo siamo molto indietro su questo. La Serie A non chiede soldi o finanziamenti sugli stadi, ma che ci siano norme che non impediscano alla Serie A di creare ricchezza”, conclude.

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