
Le grandi potenze del basket continentale pronte a contendersi la corona d’Europa.
Il nuovo capitolo dell’Eurolega 2025-26 si apre in un clima di attesa e ambizione, con un format rinnovato, roster rivoluzionati e un equilibrio che sembra più incerto che mai. A contendersi la corona d’Europa, ancora una volta, ci saranno le grandi potenze del basket continentale: Panathinaikos, Olympiacos, Real Madrid, Monaco e i campioni in carica del Fenerbahçe. Ma la nuova stagione non promette solo duelli d’élite. C’è curiosità per l’ingresso del Dubai BC, prima squadra non europea della storia del torneo, e per il ritorno di piazze calde come Tel Aviv e Valencia. Tutto questo in un’Eurolega che non smette di ridefinire sé stessa.
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Il nuovo format: venti squadre, un equilibrio fragile
L’Eurolega 2025-26 debutta con un format ampliato a 20 squadre, dopo anni di discussioni sul futuro della competizione. L’obiettivo è allargare l’orizzonte del basket europeo e aumentare la competitività, introducendo tre nuove realtà: Hapoel Tel Aviv, Valencia e Dubai BC. L’Alba Berlino, invece, ha rinunciato alla partecipazione, lasciando spazio a un torneo che mescola tradizione e sperimentazione.
La struttura resta quella classica: una regular season unica in cui tutte le squadre si affrontano in un girone all’italiana, seguita dai play-in e dai playoff al meglio delle cinque gare. Le Final Four si disputeranno ad Atene, un ritorno simbolico nella città che rappresenta il cuore pulsante dell’Eurolega moderna.
Questa configurazione rende ogni vittoria cruciale e ogni trasferta un campo minato. Le differenze di budget e di esperienza restano, ma il livello medio si è alzato: anche le outsider possono diventare pericolose, e le gerarchie, per una volta, sembrano scritte solo a matita.
Panathinaikos e Olympiacos: l’eterna rivalità greca
Se c’è una costante nell’Eurolega, è la rivalità tra Panathinaikos e Olympiacos, che quest’anno riparte più accesa che mai. Dopo l’amarezza della scorsa stagione, chiusa con un terzo posto alle Final Four, il Panathinaikos di Ergin Ataman ha rinforzato ulteriormente il roster. Gli arrivi di Shorts e Holmes offrono profondità e talento, mentre il nucleo storico garantisce continuità e mentalità vincente.
L’Olympiacos, dal canto suo, ha mantenuto l’ossatura che lo ha reso competitivo negli ultimi anni, con Georgios Bartzokas ancora alla guida e una squadra esperta, capace di alzare il livello nei momenti decisivi. Le due greche sembrano destinate a incontrarsi più volte nel corso della stagione, in un duello che trascende la classifica e affonda le radici nella storia stessa del basket europeo.
Atene, sede della prossima Final Four, potrebbe essere lo scenario perfetto per una resa dei conti che da anni aleggia nell’aria.
Real Madrid e Monaco: due percorsi opposti, un’unica ambizione
Il Real Madrid entra in questa Eurolega come un gigante in fase di rinnovamento. Dopo il ritorno in panchina di Sergio Scariolo, il club spagnolo punta a fondere esperienza e gioventù. L’ingaggio di Gabriele Procida testimonia la volontà di costruire il futuro senza perdere competitività nel presente. A Madrid, vincere è un’abitudine, ma anche una responsabilità che pesa.
Sul fronte francese, il Monaco si presenta come la grande incognita della stagione. L’arrivo di Nikola Mirotic potrebbe trasformare l’equilibrio offensivo del team, ma la presenza di Mike James continua a rappresentare un enigma irrisolto. Quando l’americano è in giornata, la squadra può battere chiunque; quando non lo è, rischia di implodere. La costanza, più dei nomi, sarà la vera chiave per arrivare fino in fondo.
Entrambe le squadre, pur partendo da presupposti diversi, condividono un obiettivo: essere ancora protagoniste in primavera, quando l’Eurolega entra nel vivo e ogni possesso può cambiare la storia di una stagione.
Fenerbahçe e le outsider di lusso
Il Fenerbahçe di Sarunas Jasikevicius è chiamato a difendere il titolo conquistato con autorità la scorsa stagione. Ma la squadra turca arriva all’esordio con qualche certezza in meno: le partenze di Hayes-Davis e Guduric hanno lasciato un vuoto tecnico e carismatico difficile da colmare. Resta tuttavia un gruppo esperto, abituato a convivere con la pressione e a trasformarla in carburante nei momenti cruciali.
Dietro di loro si muove un gruppo di outsider ambiziose. La Stella Rossa Belgrado, con un roster profondamente rinnovato, sogna di riportare i Balcani in cima all’Europa. Il Barcellona, orfano di alcune stelle ma arricchito dagli arrivi di Shengelia e Clyburn, cerca di ritrovare una propria identità dopo stagioni altalenanti.
E poi ci sono le sorprese possibili: Hapoel Tel Aviv, con coach Itoudis e giocatori del calibro di Micic e Bryant, rappresenta un’incognita affascinante. E infine l’Anadolu Efes, reduce da anni difficili, ma con l’obbligo morale di tornare competitivo ai massimi livelli.
Olimpia Milano e Virtus Bologna: il sogno italiano tra ambizione e realtà
Per l’Italia, la nuova Eurolega è un crocevia. Olimpia Milano e Virtus Bologna tornano in campo con ambizioni contrastanti ma con un obiettivo comune: tornare protagoniste in Europa.
Milano, reduce da un’estate di transizione dopo l’addio al patron Giorgio Armani, ha iniziato bene la stagione conquistando la Supercoppa Italiana, ma l’Eurolega resta un terreno complesso. La squadra di Ettore Messina, arrivata al suo “ultimo ballo”, punta su esperienza e chimica di gruppo per centrare i playoff, che mancano ormai da tre anni.
La Virtus Bologna, invece, ha ristrutturato profondamente il proprio organico, alternando giovani promesse e veterani. La sfida sarà trovare equilibrio in un contesto dove ogni errore pesa. Entrambe le italiane partono dietro le big europee, ma l’Eurolega ha insegnato che le sorprese non sono mai abbastanza.
Le novità del mercato: tra ritorni, scommesse e nuove stelle
Il mercato estivo ha ridisegnato il volto dell’Eurolega. Molti ex giocatori NBA hanno scelto di rientrare in Europa, attratti da progetti tecnici solidi e da un livello sempre più competitivo. Le squadre hanno allungato le rotazioni, puntando su profondità e versatilità, elementi indispensabili in una stagione lunga e imprevedibile.
Tra i movimenti più interessanti, spiccano gli approdi di Mirotic a Monaco, Procida al Real Madrid e Micic all’Hapoel Tel Aviv. La sensazione è che ogni squadra abbia voluto dare un’impronta diversa al proprio gioco, cercando di adattarsi a un torneo in continua evoluzione.
Il risultato è un equilibrio dinamico, dove i valori tecnici rischiano di intrecciarsi con quelli mentali: l’Eurolega non perdona chi si ferma, e spesso premia chi sa reinventarsi a stagione in corso.
L’analisi e i pronostici
Chi vincerà l’Eurolega 2025-26? Gli esperti di basket europeo tendono a indicare Panathinaikos e Olympiacos come principali favorite, con Real Madrid e Monaco subito dietro. Ma la storia della competizione insegna che i pronostici hanno vita breve. Le variabili — infortuni, calendario, forma fisica, equilibrio psicologico — rendono ogni previsione provvisoria.
Per chi desidera un quadro più tecnico, siti specializzati come SmartBettingGuide offrono analisi approfondite e dati sulle squadre di Eurolega, fornendo una prospettiva utile per comprendere le dinamiche della competizione senza limitarsi alle apparenze. Le statistiche di rendimento, i confronti tra roster e le valutazioni sugli allenatori aiutano a leggere la stagione con maggiore lucidità, oltre le impressioni del momento.
Un’Eurolega più globale, più imprevedibile
La presenza del Dubai BC apre un nuovo capitolo nella storia dell’Eurolega. È un esperimento che va oltre il campo, proiettando la competizione in una dimensione internazionale, con implicazioni economiche e culturali. Il basket europeo prova così a misurarsi con una nuova frontiera, spinto da una spinta espansiva che ricorda quella della NBA nei decenni scorsi.
Ma l’imprevedibilità resta la cifra di questa stagione. Con venti squadre al via, roster profondi e ambizioni distribuite, l’Eurolega 2025-26 si annuncia come una delle più equilibrate di sempre. Da Atene a Istanbul, da Madrid a Tel Aviv, da Bologna a Dubai: ogni città diventa parte di un mosaico che racconta la trasformazione del basket europeo.
E mentre le prime palle a due si alzano, l’impressione è che la vera sfida, ancora una volta, sarà quella di restare lucidi fino alla fine, quando tutto potrà cambiare in un possesso.
