Serie A

Pogba, le controanalisi confermano: positivo al testosterone

Paul Pogba
Paul Pogba, Juventus - Foto LiveMedia/Francesco Scaccianoce

Confermata la positività. E’ arrivato l’atteso esito delle controanalisi di Paul Pogba, sospeso in via cautelare dopo essere risultato positivo al testosterone il 20 di agosto dopo un controllo al termine di Udinese-Juventus, partita in cui il francese, che stava recuperando del tutto dai suoi problemi fisici, nemmeno giocò, pur essendo disponibile in panchina. Il centrocampista aveva poi preso parte da subentrato alle sfide con Bologna ed Empoli, quindi la notizia, arrivata l’11 settembre, della sua positività diffusa dal Tribunale Nazionale Antidoping.

A quel punto, sono scattate le procedure di prassi: sospensione cautelare per il giocatore, che ha avuto tre giorni di tempo per richiedere le controanalisi. Pogba si è avvalso di questa facoltà e inizialmente il test era stato fissato per il 20 di settembre, per poi essere slittato al 5 ottobre in virtù dell’indisponibilità del perito di parte del francese. Si arriva finalmente al giovedì all’Acqua Acetosa, dove il giocatore è stato sottoposto alle controanalisi, il cui esito conferma la presenza della sostanza proibita.

In seguito alle controanalisi, che hanno confermato la positività del giocatore, in assenza di un patteggiamento tra le parti, Pogba rischia almeno un anno di stop. Secondo il Codice sportivo antidoping, Pogba rischierebbe 4 anni di squalifica, “a meno che non siano soddisfatte le condizioni per l’annullamento, la riduzione o la sospensione della squalifica”, in base all’articolo 11.2.4 che regolamenta le sanzioni individuali per una violazione degli articoli 2.1 (Presenza di una sostanza proibita o dei suoi metaboliti o marker), 2.2 (Uso o tentato uso di una sostanza o di un metodo proibiti) o 2.6 (Possesso di sostanze proibite e ricorso a metodi proibiti). In tutto questo, anche la Juventus dovrà adesso prendere le dovute iniziative.

Pogba adesso potrebbe patteggiare oppure inviare le proprie memorie difensive e andare a processo presso il Tribunale Nazionale Antidoping, a Roma.

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