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Niang nel recupero e Nicola salva pure l’Empoli: blitz Udinese, è psicodramma Frosinone

Mbaye Niang
Mbaye Niang, Empoli - Foto Fabio Fagiolini/IPA Sport

In principio fu il Crotone. Poi il Genoa e il Torino, piazze non troppo abituate a soffrire. Quindi la Salernitana, una clamorosa impresa sportiva. Difficile capire in che posizione Davide Nicola piazzerà l’ennesima salvezza della sua carriera fatta di piccole piazze, grandi traguardi, rimonte insperate, cavalcate immortali. Fatto sta che il tecnico piemontese ha salvato anche l’Empoli, preso in penultima posizione dopo la gestione Andreazzoli, che a sua volta aveva rimpiazzato Zanetti, trasformato in squadra capace di lottare e soprattutto di segnare, trovando punti preziosi in casa al Castellani fino a giocarsela all’ultima giornata, tra alti e bassi, ma con il destino nelle proprie mani. Il destino ha riservato il finale più thriller possibile: la Roma senza obiettivi ma forse arrabbiata per la mancata Champions, la risposta di Aouar al vantaggio di Cancellieri, le lancette che corrono velocissime fino al recupero in cui la squadra era in Serie B. Poi, però, c’è il fattore Nicola: se la salvezza può ancora arrivare, la salvezza arriverà, e ci pensa Mbaye Niang, un fattore in questo finale di stagione, a segnare nel recupero la rete che fa partire l’invasione di campo. E Nicola firma anche un record: l’Empoli giocherà per la quarta stagione consecutiva in Serie A, non era mai successo.

Nel frattempo, era corrida allo Stirpe, dove il Frosinone giocava per due risultati su tre, riducendosi però all’ultima giornata dopo un gran girone di andata al quale ha fatto seguito un pessimo girone di ritorno che ha costretto i ragazzi di Di Francesco a doversela giocare fino all’ultimo. Il bel gioco non basta quando si gioca per la salvezza: il crollo di rendimento è stato netto, ma nel finale di stagione i ciociari hanno ricominciato a far punti. Contro l’Udinese, però, è mancato il solito cinismo, l’esperienza, la capacità di capitalizzare. I friulani la giocano per il pareggio, visto che da Empoli le notizie erano positive, poi segnano alla prima conclusione verso la porta dopo i due pali colpiti dai gialloblù con Davis, l’eroe che non ti aspetti, e a quel punto la gestiscono nel migliore dei modi. Per il Frosinone, anche la sconfitta poteva bastare, fino a quel gol di Niang che ha fatto piombare nell’incubo una squadra mai capace di salvarsi in tre avventure nella massima serie, ma questa volta mai così vicina dal raggiungimento dell’obiettivo. Che sfuma tra le mani e lascia spazio soltanto alle lacrime di Di Francesco, che pensava di aver svoltato dopo anni difficili, e che invece deve fare i conti con un altro finale amaro, non con un esonero ma con la retrocessione sul campo. Lo consola Fabio Cannavaro, arrivato nel finale per salvare l’Udinese dalla prima retrocessione dopo trent’anni: è venuto in Friuli con un po’ di scetticismo, ma a livello psicologico il campione del mondo 2006 ha dato tantissimo ed è bastato per rivedere i bianconeri per un’altra stagione, dove non bisognerà sbagliare tutto quello che è stato sbagliato quest’anno, nella categoria in cui sono ormai radicati.

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