Serie A

Napoli, Garcia: “La passione qui va oltre, è una religione. Dobbiamo fare un altro step in avanti”

Rudi Garcia Napoli
Rudi Garcia - Foto LiveMedia/Agn Foto

“Io ho vinto il campionato con il Lille 52 anni dopo l’ultima volta e la coppa di Francia lo stesso anno, dopo 55 anni, ed è stato molto bello vincere, però devo dire che la passione a Napoli va oltre: è una religione. Per me il calcio è questo e dovrebbe essere sempre così”. Così l’allenatore del team azzurro, Rudi Garcia, apre la sua intervista da protagonista a DAZN Heroes. “C’è sempre possibilità di migliorare. Ho parlato di una squadra un po’ più camaleontica. Quando arrivi in un ambiente vincente la cosa che ti aspetti è che ogni volta che provi a migliorare qualcosa dicano: ‘Ma l’anno scorso ha funzionato’. Sì, però se volete che funzioni ancora quest’anno dobbiamo fare un ulteriore step e portare novità. Secondo me, per un gruppo è sempre interessante avere cose nuove, perché altrimenti ti annoi un po’”, ha proseguito il tecnico francese, ex Roma.

Poi, nell’intervista condotta da Pierluigi Pardo, si sofferma sui singoli: “Raspadori può fare la mezz’ala, l’esterno, il trequartista e anche punta. Dobbiamo anche avere la capacità di giocare a due punte. Victor Osimhen è un po’ come Cristian Ronaldo: un trascinatore pazzesco che vuole vincere e che quando  ci riesce è contentissimo. È bello vedere che un giocatore che potrebbe giocare solo la fase offensiva difende come un matto, pressa, torna indietro, aiuta la squadra. Una delle qualità di questo gruppo è questa. Non fanno solo un gioco offensivo di qualità, ma lavorano. Questo ci serve, altrimenti non puoi vincere”

Il tecnico torna anche sull’ultima esperienza in Arabia con Cristiano Ronaldo: Cristiano è arrivato nel mio club a gennaio. È un grande campione, ho avuto un bel rapporto con lui: adesso che lo ho allenato capisco perché ha fatto questa carriera. Arrivava prima di tutti, se ne andava per ultimo, faceva sempre le sue routine. E poi in campo è un trascinatore pazzesco, anche in allenamento. Totti? Un grande campione, l’uomo e il giocatore. È uno dei pochi che vedeva prima di tutti sul campo e aveva la qualità tecnica per realizzare quello che aveva visto. Il suo gioco di prima era pazzesco”, ha concluso il tecnico francese.

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