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Lazio, pochi gol e pochi tiri. Tudor pronto a dare il via alla rivoluzione

Igor Tudor
Igor Tudor - Foto IPA

Sette partite di campionato ancora da onorare con l’obiettivo di conquistare l’Europa (il più nobile possibile), ma soprattutto una semifinale di ritorno di Coppa Italia da giocare nel proprio stadio. Il rush finale post derby perso in casa Lazio riparte da una Salernitana che, come i biancocelesti, ha visto scivolar via i propri obiettivi negli ultimi due mesi. La matematica non condanna ancora i granata alla retrocessione, ma la salvezza è ormai troppo lontana (-12 dal Verona) e stasera (ore 20:45) c’è voglia di fare bella figura in un Olimpico dove il 30 ottobre 2022 Candreva e compagni ottennero tre punti. Sembra passata una vita, un po’ come per la Lazio che nella scorsa stagione, a questo punto del campionato, aveva quindici punti in più di ora. La sconfitta nella stracittadina contro la Roma ha lasciato i biancocelesti a -9 dal quinto posto, ma per Igor Tudor queste sette partite serviranno innanzitutto per mettere le basi per la pianificazione futura. I punti fermi da cui ripartire sono pochi: Provedel (ma anche Mandas) tra i pali; Gila, Patric, Luca Pellegrini e Marusic in difesa, Guendouzi e Rovella a centrocampo, mentre in attacco ad oggi gli unici sicuri di essere in campo o in panchina nella prima giornata del prossimo campionato sembrano essere Isaksen e Castellanos.

Gli altri si giocano il futuro in queste settimane. Felipe Anderson e Kamada sono in scadenza (quest’ultimo ha un’opzione per un nuovo anno) e la loro situazione è tutta da definire, mentre Zaccagni non ha ancora rinnovato il contratto che terminerà nel giugno 2025. Poi c’è la questione Ciro Immobile, ancor più delicata per quello che il miglior centravanti della storia biancoceleste rappresenta. L’intenzione del giocatore è chiara: restare alla Lazio. Ma l’estate può cambiare la situazione, offrendo scenari oggi impronosticabili. Da valutare anche il futuro degli altri: da Romagnoli a Lazzari, passando per Luis Alberto, Cataldi e Pedro. Quel che è certo è che sarà rivoluzione. La Lazio non segnava poco come quest’anno (37 gol dopo 31 gare) dal 2009/10 (27 reti), mentre solo l’avversaria di stasera, la Salernitana (35), insieme a Monza (41) ed Empoli (40), hanno tentato meno tiri nello specchio dei biancocelesti in questo girone di ritorno. Numeri insufficienti per chi l’anno scorso si è guadagnato la Champions League. A Tudor servirà tempo e queste settimane permetteranno al tecnico di conoscere più a fondo ambiente e spogliatoio. La Lazio punta ad arrivare alla rivoluzione estiva con le idee più chiare, ma la squadra capitolina ha anche l’obbligo di limitare i danni. C’è un’Europa da conquistare e una finale di Coppa Italia in palio. Il 23 aprile si ripartirà dal 2-0 per la Juventus, ma si giocherà all’Olimpico, dove i biancocelesti hanno battuto la Vecchia Signora per 1-0 nel penultimo impegno di campionato. Quella vittoria ha permesso alla Lazio di sbloccarsi in casa dopo tre sconfitte interne consecutive. I biancocelesti non arrivano a due successi casalinghi di fila senza subire gol dal periodo tra febbraio e marzo 2023 (contro Sampdoria e Roma). Anche in quel caso sembra essere passata una vita.

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