Serie A

Cairo: “La Serie A mantiene il calcio e lo sport italiano ma non determina nulla. Buongiorno? Voglio tenerlo”

Urbano Cairo
Urbano Cairo - Foto LiveMedia/Alessio Marini

“Per Salvini il Decreto Crescita è immorale? Ma se ti permette di portare in Italia campioni che pagano le tasse, che modo di ragionare è? Il Decreto Crescita è un vantaggio anche per il governo. Se prendi Lukaku, che senza Decreto Crescita non arriva, sulla metà del suo ingaggio paghi il 50% di tasse”. È il pensiero di Urbano Cairo, presidente del Torino, che ospite di “Un giorno da pecora” su RadioUno torna sulla tematica riguardante l’abolizione del Decreto Crescita.

“Il Covid ha creato scompiglio in tutti i settori, anche nel calcio, dove le perdite c’erano già ma contenute e poi si sono quadruplicate. Tutti i settori sono stati aiutati, il calcio è l’unico che non ha avuto nulla ma porta all’erario 1,3 miliardi di contribuzioni fiscali – prosegue Cairo -. Le scommesse generano 16 miliardi all’anno e due vanno allo Stato, occupiamo quasi 200 mila persone, è un settore importante, com’è possibile che non abbia nulla? La serie A mantiene il calcio e tutto lo sport italiano ma in termini di governance conta per il 12%, i dilettanti invece il 34% e i calciatori il 20%. La serie A non determina nulla e mantiene tutti. C’è da riformare il calcio, ieri eravamo 20 presidenti e tutti la pensano così, anche Gravina ma non lo può fare più di tanto”. 

Il patron del Toro parla anche del suo capitano Buongiorno, difensore certamente tra i più apprezzati del panorama calcistico italiano: “Se va al Milan? Il Milan i soldi li ha ma gli abbiamo rinnovato il contratto fino al 2028. Non se ne parla, non lo voglio vendere. Lui vuole rimanere al Torino, io lo voglio tenere, punto. Sta crescendo moltissimo”. Il numero uno dei granata torna anche sul passato: “Belotti aveva una clausola da 100 milioni, ma al massimo me ne hanno offerti 20”, ribatte.

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