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Basta un autogol di Gatti, l’Inter vince con merito e va in fuga: termina la striscia della Juventus

Inter esultanza
Inter - Foto Fabrizio Carabelli/IPA Sport

E’ ancora febbraio, ma l’Inter comincia a mettere le mani sullo scudetto e lo fa con una vittoria meritata sulla Juventus. Il campionato non è finito, ma lo scontro al vertice dice chiaramente come ci sia una certa differenza tra la corazzata di Inzaghi e una squadra di livello ma non all’altezza dei rivali come quella di Allegri. Si ferma l’imbattibilità dei bianconeri dopo diciassette partite, una striscia che era partita dopo quella clamorosa sconfitta col Sassuolo chiusa da surreale autogol di Gatti, e che si chiude stasera al Meazza, ancora una volta con un autogol, stavolta sfortunato e non grossolano, dello stesso difensore numero 4.

E’ l’episodio che la decide, sì, ma i nerazzurri hanno legittimato la loro superiorità sotto diversi aspetti: il mismatch più importante è quello in cabina di regia, dove Calhanoglu ha giocato una partita divina e Locatelli ha sofferto enormemente, passando poi per la timidezza di Yildiz messa a confronto con l’esuberanza del giovane ma già affermato Thuram. E poi, se Szczesny fa i miracoli, ma alla fine il clean sheet è di Sommer (il quattordicesimo in ventidue partite), c’è poco da fare. E in una partita in cui, va detto, Lautaro non brilla più di tanto, Vlahovic stecca ancora a San Siro e con uno stop sbagliato in modo grossolano cancella il possibile vantaggio bianconero e l’eventualità concreta di vedere tutt’altra partita. L’Inter allunga invece i suoi tentacoli e comincia ad avvolgere uno scudetto che non è ancora vinto o in tasca, ma si è ben indirizzati. E alla fine, ne viene fuori una bella partita: la Juventus ha contribuito cercando di non rassegnarsi alla sconfitta. Tante occasioni, tanto ritmo, l’1-0 di corto muso però sta persino stretto alla capolista.

Il primo tempo è dai due volti, forse tre. Primi venticinque minuti molto favorevoli alla squadra di Inzaghi, che spinge forte sull’acceleratore, trova occasioni, salvataggio di Bremer miracoloso e tiro di Dimarco su tutte, avvolge i bianconeri che però conoscono il loro copione e non si scompongono. Appena possono, i ragazzi di Allegri provano a colpire e due contropiedi nel cuore della prima frazione, uno in particolare col clamoroso stop sbagliato da Vlahovic che sarebbe potuto essere invece il gol del vantaggio. A quel punto, in una terza fase in cui i ritmi sembravano essere calati, arriva il vantaggio dei nerazzurri: azione insistita sulla difesa schierata dei bianconeri, Gatti è l’ultimo a toccare e col petto appoggia nella propria porta in modo goffo e sfortunato. In ogni caso, per quanto visto, il gol dei padroni di casa resta meritato. E nella ripresa, a differenza del soporifero secondo tempo dell’andata, le squadre si allungano e le occasioni fioccano: l’Inter ne colleziona tanto, sembra mancare persino un po’ di killer instinct sui tantissimi contropiedi a disposizione in campo aperto. C’è anche un palo di Calhanoglu, la risposta è affidata a due tiri di Gatti e Danilo da fuori, non precisi, quindi con gli ingressi di Chiesa e Weah si ravvivano i bianconeri e ci provano nel finale, ma senza troppa convinzione. Al triplice fischio l’Inter si prende la vittoria, tre punti e il +4 con una partita in meno. In sintesi, mette le mani sullo scudetto.

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