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Allegri ha ragione: questa Juventus è al livello del Cagliari. E la riacciuffa con un autogol all’88’

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri, Juventus - Foto Luigi Canu/IPA Sport

Un tempo per parte e alla fine il pareggio tra Cagliari e Juventus è tutto sommato giusto. Peccato, però, che i bianconeri siano costruiti per lottare al vertice e hanno Vlahovic, Chiesa e altri giocatori di alto livello in rosa, mentre i sardi sono in piena corsa per la salvezza, sono una neopromossa seppur con una rosa di livello, profonda e ben orchestrata da Ranieri. Del resto, Allegri lo aveva detto: per far risultato, servirà mettersi allo stesso livello dei sardi. Parole di certo non apprezzate dai tifosi, che pretendono una squadra in grado di imporre il proprio gioco e di dominare: il primo tempo, però, è la perfetta sintesi di ciò che il mister livornese aveva detto tra le righe. Se non ci metti il giusto impegno, contro i rossoblù reduci dalla vittoria sull’Atalanta e poi dal clamoroso pareggio in casa della capolista Inter, fai fatica. E per 45′ la Juventus fa fatica, eccome: commette una serie di errori tecnici paurosi, finisce sotto 2-0 con due rigori, il primo non troppo nitido e il secondo netto, ben calciati dallo stesso lato da Gaetano e un insospettabile Mina, poi nella ripresa c’è la riscossa. La squadra capisce di doversi sporcare le mani contro un Cagliari che sta benissimo, accorcia con la bella e furba punizione di Vlahovic, poi ci prova fino alla fine con un assetto abbastanza spregiudicato e in modo estemporaneo, ma alla fine meritato, con il clamoroso autogol di Dossena raggiunge il 2-2, provando fino alla fine con un assalto alla diligenza a ribaltarla del tutto.

Il pari da una parte è la sesta trasferta consecutiva senza vittorie come non capitava da quattordici anni, d’altro canto è un modo per avvicinarsi alla qualificazione Champions, che però probabilmente sarebbe già dovuta essere arrivata o quasi, se si pensa al ruolino di marcia del girone di andata. Al ritorno, invece, 18 punti in 14 partite sono una miseria. L’atteggiamento, la mentalità, ecco cosa è crollato da due mesi e mezzo a questa parte. Il gioco, invece, non c’è mai stato. Adesso c’è la Coppa Italia martedì, il vero grande obiettivo stagionale: stavolta non si dovrà ribaltare un 2-0, ma difendere un 2-0. Arrivare in finale, e vincerla, può cambiare davvero ogni giudizio su questa annata davvero indecifrabile. Poi ci sarà tempo per parlare di futuro: di Allegri come dei giocatori.

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