Champions League

Triplete di sconfitte, ma il calcio italiano è tornato: non ancora vincente, almeno presente

Inter sconfitta
Inter sconfitta - Foto LiveMedia/Jean Catuffe/DPPI

Dall’esaltazione di un mese fa allo sconforto, ma serve equilibrio. Se il Manchester City fa il suo clamoroso triplete, il Siviglia vince la settima Europa League in meno di vent’anni e il West Ham torna a brillare nelle coppe Uefa, il calcio italiano si lecca le ferite di tre sconfitte nelle comunque meravigliose tre finali conquistate. Dal record di aver piazzato una squadra in ciascuna delle finali, monopolizzando il calendario già fin dai quarti delle tre competizioni, a quello di averle perse tutte e tre, ma si può comunque sorridere e vedere il bicchiere mezzo pieno. Già, perché il calcio italiano è tornato, con tutti i suoi problemi, e questo è un dato di fatto: non c’è stata sola fortuna nel percorso che ha portato Inter, Roma e Fiorentina alle loro finali, semmai tanta sfortuna proprio nell’atto conclusivo.

I nerazzurri erano chiamati a evitare la debacle e il tre su tre, compito arduo più che mai contro gli alieni del Manchester City. Che però, ieri, sono sembrati una squadra abbordabile e assolutamente alla pari rispetto ai ragazzi di Inzaghi. Meriti o demeriti che siano, la finale è stata equilibrata e con più occasioni, paradossalmente, per i nostri rappresentanti: una bella figura, purtroppo senza la coppa, ma dimostra come il calcio italiano sia all’altezza di questi palcoscenici. L’Inter ora ha un’Istanbul da dimenticare come il Milan, ma nel ricordo ci sarà il grande cammino e aver perso a testa alta lenisce un po’ il dolore. Questione di dettagli, come per la Fiorentina tre giorni fa: prendere gol in quel modo, al 90′, è stato tremendo, specie dopo aver dominato nel gioco e nelle occasioni. E che dire della Roma, che aveva aperto le danze del triplete al contrario: il ko solo ai rigori, che peccato. E allora, ripetiamolo ancora: il calcio italiano è tornato, non è ancora vincente – al di là della Roma lo scorso anno – ma quantomeno presente. E da qui si riparte per tornare a vincere con continuità.

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