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Osimhen risponde a Lewandowski, il Napoli di Calzona è vivo e se la giocherà a Barcellona

Victor Osimhen
Naples, Italy, 21st February 2024. Victor Osimhen of SSC Napoli looks on during the UEFA Champions League match at Stadio Diego Armando Maradona, Naples. Picture credit should read: Jonathan Moscrop Sportimage EDITORIAL USE ONLY. No use with unauthorised audio, video, data, fixture lists, club league logos or live services. Online in-match use limited to 120 images, no video emulation. No use in betting, games or single club league player publications. SPI-2940-0006

E’ un Napoli vivo, che cresce all’interno della stessa partita, che mette in mostra un piglio più vicino a quello del periodo spallettiano rispetto al recente passato di Garcia e Mazzarri. Ed è soprattutto presto per dare giudizi affrettati, ma nella prova della verità, che è anche la prima prova, Francesco Calzona, catapultato all’improvviso in Champions League, ne esce bene, strappa l’1-1 a un Barcellona che attacca tanto ma in modo un po’ sconclusionato, e con questo pareggio meritato al ritorno fra tre settimane non sarà affatto scontato l’esito e gli azzurri, partiti male e venuti fuori con coraggio alla distanza, non partono battuti al Camp Nou.

L’avvio è senz’altro favorevole al Barcellona. Gundogan innesca un duello con Meret e il portiere azzurro ne esce vincitore, e in ogni caso è senz’altro la formazione blaugrana a sfiorare più volte il gol e a tirare verso la porta partenopea, viceversa la squadra di Calzona appare decisamente impaurita e non si propone con continuità. La prima mezzora si può racchiudere in queste righe, ma da lì in avanti scatta qualcosa a livello di personalità e gioco e si cominciano a cercare con maggior continuità Kvaratskhelia e Politano. Il fraseggio comincia a salire di intensità e per diversi minuti, se contiamo anche l’inizio del secondo tempo, si rivede un Napoli diverso, che prova a costruire con personalità, con alcune dinamiche più vicine a quelle del biennio di Spalletti, e Calzona ha fatto parte dell’anno che ha preparato poi allo scudetto, rispetto alla confusione con Garcia e alla passività dell’interregno Mazzarri. Come spesso capita, però, è proprio nel momento migliore che una squadra esperta della Champions e con grandi giocatori davanti, anche se quest’anno in grave difficoltà e con Xavi pronto all’addio, la sblocca: il Barcellona passa all’ora di gioco con il gran pallone di Pedri per Lewandowski, che lavora la palla come solo lui sa in area e fredda Meret trovando l’unico pertugio possibile. Maradona gelato, cinque minuti di assestamento per il Napoli, che poi comincia a macinare gioco. E ci sono dei cambi che fanno rumore: Kvara mandato fuori per Lindstrom, poi erano pronti a entrare Raspadori e Simeone e per forza di cose doveva fargli spazio Osimhen. Che, però, con un gran lavoro a beffare Martinez, si costruisce il gol del pari, meritato, da attaccante vero, e fa impazzire lo stadio. Gli ultimi venti minuti sono molto convincenti: si cerca il secondo gol anziché speculare e l’unico brivido arriva al 95′ con il tiro a giro di Gundogan che esce di un soffio. E’ prestissimo per esprimere giudizi, ma il Napoli di Calzona è vivo e lotta: e se la giocherà al Camp Nou fra tre settimane.

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