
Carlos Alcaraz e Jannik Sinner - Foto Ray Giubilo
Sinner sfida ancora Carlos Alcaraz, la storia si ripete: contesa la finale di Cincinnati per il quarto testa a testa dell’anno
Nel calcio è tradizione vedere i derby come quell’appuntamento immancabile, e anche nel tennis la coppia costituita da Jannik Sinner e Carlos Alcaraz sta, con il passare del tempo, diventando un derby: da una parte c’è l’altoatesino, più forte anche delle polemiche, dall’altra lo spagnolo, l’unico realmente capace di tenergli testa.
Sinner e Alcaraz ancora l’uno contro l’altro: quarto testa a testa dell’anno in finale
Un appuntamento con Sinner e Alcaraz in una finale si sta consolidando come una certezza, un po’ come mettere il ghiaccio al sole: si sa che si scioglierà. Bene, apprestarsi a seguire un torneo tennistico e vedere che presenzieranno tutti e due sono due fattori che fanno già scrivere in partenza una possibile griglia per la finale, che conterrà entrambi i nominativi.

Carlos Alcaraz e Jannik Sinner sono già al loro quarto testa a testa dell’anno in una finale. Dopo la terra rossa di Roma e Parigi, conquistata in tutte e due le occasioni dallo spagnolo, e il primo e storico trionfo di Jannik Sinner sull’erba di Wimbledon, anche il cemento farà da sfondo a questo battibecco sportivo che, nel complesso, sembra non stancare mai.
Alcaraz parte da favorito, ma il numero uno non è lui: le previsioni sul match
Chissà se i due atleti che dominano la classifica ATP maschile di tennis sono stanchi di ritrovarsi faccia a faccia in una finale. Indubbio è, in ogni caso, il rispetto reciproco nutrito dall’una e dall’altra parte, come dimostrato anche nell’ultima finale che li ha visti insieme, vale a dire quella in terra inglese.
A poche ore dall’inizio da quella di Cincinnati si possono prendere i risultati maturati fino a questo momento e valutare chi possa spuntarla nel torneo statunitense.

Le statistiche premiano lo spagnolo: Alcaraz è avanti 8 a 5 nei precedenti contro l’altoatesino. Jannik Sinner ha però dalla sua parte il trionfo a Wimbledon, ancora fresco nella sua mente, che potrebbe fungere anche da iniezione di fiducia.
Il numero 1 del mondo da ormai 62 settimane non deve dimostrare niente a nessuno, neanche il numero 2. L’unica cosa che dimostreranno in campo è che non vi scenderanno per perdere. Questo è poco, ma sicuro.