Champions League

Col morale a mille e il sogno Wembley, la Champions dell’Inter comincia dall’insidia di San Sebastian

Inter esultanza
Esultanza Inter - Foto LiveMedia/Fabrizio Carabelli

Da Istanbul a Wembley, da una finale giocata e persa a testa alta a un’altra da raggiungere senza assilli ma con grande consapevolezza. Per i vicecampioni d’Europa in carica arrivare in fondo anche a questa edizione della Champions League non rappresenta un imperativo, ma con tanta consapevolezza e con il terzo anno di un progetto fin qui solido ma in cui è mancato l’acuto vero, visto che il campionato non ha sorriso ai nerazzurri, sognare di nuovo in grande non è affatto vietato.

E l’Inter non vende sogni, ma è una solida realtà, almeno secondo quanto ci ha dimostrato il primo mese. Calendario non certo dei più facili, visto che al Meazza sono arrivati Monza e Fiorentina, battute senza subire gol, in mezzo la trasferta, anche quella insidiosa, di Cagliari, e poi il recente derby che con lo sfavillante 5-1 ha esaltato un po’ tutti: i nerazzurri sono a punteggio pieno in campionato e si affacciano alla prima delle sei partite del girone di Champions con smisurata fiducia, anche se con tanto rispetto dovuto a una squadra di certo inferiore come la Real Sociedad, ma di certo da prendere con le molle. A San Sebastian l’ambiente sarà carichissimo e il rischio è quello di arrivarci con troppe certezze in tasca, che dopo quattro giornate di campionato non possono certo esistere.

Servirà un’Inter di sacrificio, di corsa, e anche di qualità, con Frattesi che spinge per un posto da titolare e Pavard che vorrebbe esordire per fornire tutta la sua esperienza europea, ma con un’ossatura alla quale non si può derogare: davanti ci sono Thuram e Lautaro, la nuova coppia da sogno, in cabina di regia l’unica assenza di peso con Calhanoglu rimpiazzato da Asllani, e dietro Acerbi o De Vrij è l’unico ballottaggio vero. Inzaghi sta catechizzando i suoi, perché il rischio di arrivarci con la pancia un po’ piena è dietro l’angolo e nonostante un girone senza big e dunque alla portata, perdere punti per strada, specie in trasferta, metterebbe tanta pressione. Invece, in terra basca, per un ulteriore segnale di forza servono i tre punti, utili per mettere in discesa il girone e gestire al meglio le rotazioni nelle fasi più calde di questo primo scorcio di stagione, tra novembre e dicembre quando l’Inter spera di aver già chiuso i giochi in Champions per concentrare le proprie energie in campionato.

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