Champions League

L’Etihad Stadium è un bunker: il Real Madrid non l’ha mai espugnato, il Lione l’ultima a farlo in Champions

Etihad Manchester City
Etihad Manchester City - Foto LiveMedia/Nigel Keene

Non è lo stadio più caldo al mondo, anzi persino Pep Guardiola in passato ha stuzzicato i suoi tifosi per chiedere più supporto dagli spalti. Eppure, l’Etihad Stadium in Champions League sembra ormai da tempo essere un bunker inespugnabile, tant’è che l’ultima sconfitta casalinga del Manchester City in Europa risale al novembre 2018, quando il Lione di Cornet e Fekir si impose 2-1 contro De Bruyne e compagni nella fase a gironi. Arbitro di quella partita fu Daniele Orsato, designato per dirigere stasera Manchester City-Real Madrid, match di ritorno dei quarti di finale dopo lo spettacolare 3-3 dell’andata al Bernabeu. Dal novembre 2018 il Manchester City ha disputato trenta partite casalinghe in Champions League, vincendone ventotto e pareggiando le due restanti. Come se non bastasse, nella sua storia il Real Madrid non ha mai vinto all’Etihad Stadium. Negli ultimi tre precedenti, i blancos hanno subìto complessivamente dieci reti, segnandone quattro. Anche prima dell’arrivo di Guardiola, il Real non era riuscito ad espugnare lo stadio dei Citizens. Nel 2015 finì 0-0, tre anni prima le due squadre si accontentarono di un pareggio a reti inviolate.

“Non dobbiamo guardare al passato, solo alla partita di domani. Dobbiamo competere, lottare e avere fiducia. Mancano 90 minuti e tutto può succedere. Abbiamo fiducia per ritrovare la qualità necessaria per creare problemi”, sono state le parole di Carlo Ancelotti, che deve fare a meno dello squalificato Tchouameni. Al centro della difesa tocca quindi a Nacho, unica novità rispetto all’undici dell’andata. Carvajal, Rüdiger e Mendy completano il reparto arretrato; Poi Valverde, Kroos e Camavinga a supporto di Bellingham, Vinícius e Rodrygo. Anche Guardiola dovrebbe cambiare una sola pedina in mezzo al campo (oltre al portiere con il rientro di Ederson dal 1′): fuori Kovacic, dentro De Bruyne. Poi spazio ai soliti. Dalla difesa composta da Walker, Stones, Rúben Dias e Gvardiol, passando per l’insostituibile Rodri fino ai fantasisti al potere, Bernardo Silva, Foden e Grealish a supporto di Haaland. E poi c’è il dodicesimo uomo, l’Etihad, da molti definito ‘silenzioso’, ma che in stagione nessuno ha espugnato. Di fronte però c’è la squadra simbolo della Champions. L’ultima volta che il Real Madrid si è qualificato dopo aver mancato l’appuntamento con la vittoria nell’andata al Bernabéu è stato nel 2012. A Manchester, contro lo United. 

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