Calcio

Il Catanzaro è promosso in Serie B: tutti i segreti dell’impresa giallorossa

Catanzaro
Catanzaro - Foto LiveMedia/Antonio Moniaci

In Serie C il Catanzaro e poi gli altri. Questa potrebbe essere la sintesi che raffigurerebbe perfettamente la stagione dei giallorossi che hanno ammazzato letteralmente il Girone C di Lega Pro. Un successo che parte da lontano, nello specifico dalla semifinale persa la scorsa stagione ai playoff contro il Padova di Massimo Oddo. Un esempio di programmazione da cui ovviamente bisognerà prendere esempio in futuro. Da Padova a Salerno, dalla Serie C alla Serie B con un’attesa lunga ben 19 anni.

Un’ultima tappa, quella di Salerno e dell’Arechi, e poi la Serie B targata da tanti condottieri. Sarebbe, infatti, riduttivo, parlare di un singolo su tutti in quanto la squadra ben allenata da Vivarini si è dimostrata gruppo nei momenti decisivi di questa stagione. Ovviamente per sottolineare il capolavoro giallorosso non si può che non esordire con gli elogi meritatissimi proprio al tecnico abruzzese. Vivarini è stato per molti anni un collaboratore di Davide Ballardini e soprattutto di Maurizio Sarri, che lo avrebbe voluto al Chelsea. Dal maestro toscano Vivarini ha rubato alcune peculiarità del “sarrismo“. Squadra corta, pressione costante e tanta qualità nel palleggio. Tutte qualità che, se interpretate bene, possono portare alla macchina da gol del Catanzaro.

Prima di arrivare a parlare del reparto offensivo giallorosso, e quindi dei vari Iemmello, Biasci e Vandeputte, bisogna esaltare le doti umani del tecnico del Catanzaro. Un uomo semplice, pacato e con negli occhi la semplicità, questo è il racconto di Vivarini da chi vive Catanzaro. Uno che dal lavoro quotidiano progetta grandi imprese e che non è mai stato probabilmente raccontato come avrebbero meritato i suoi capolavori. Il primo, in quel di Teramo quando Vivarini da novembre a maggio compie una rimonta incredibile sull’Ascoli che gli consente di essere promosso sul campo in Serie B. La giustizia sportiva però blocca tutto e per un paio di combine, poi dimostrate, del direttore sportivo il Teramo retrocede in tribunale in Serie C con tanto di penalizzazione.

Serie B che poi trova in quel di Latina, di Ascoli e di Empoli fra tutte, probabilmente, quella avventura che per Vivarini costituisce forse il più grande rimpianto. In Toscana, il tecnico abruzzese nel 2017 ha la grande chance di approdare in Serie A. Corsi allestisce una squadra densa di talento con Donnarrumma (avuto anche a Teramo insieme a Lapadula) insieme ai vari Di Lorenzo, Caputo, Krunic e Bennacer. La squadra fatica ad ingranare, nonostante un primo posto in B, e Vivarini viene succeduto a dicembre da Andreazzoli. Dopo Bari e Reggina, il Catanzaro, dimostrando che il tempo passa, il calcio si evolve, ma le idee del credo di Vivarini rimangono e sono attuali. Da quel 3-5-2 di Teramo con Lapadula e Donnarumma nel 2014 alla coppia Iemmello-Biasci nel 2023, sagra di gol  che valgono tanto e che fanno arrivare alla vittoria.

La rosa allestita dal direttore Foresti poi è un esempio di programmazione. Padova, lo scorso anno, poteva essere il triste epilogo della storia sia di Vivarini che di molti giocatori che attualmente vestono giallorosso, ma che la stagione scorsa erano in Calabria solo in prestito. Dopo la sconfitta, un credo comune fra società, staff tecnico e giocatori. “Ci rivediamo qui ad agosto e tutti insieme vinciamo la Serie B“. Così, Iemmello forza la sua permanenza nella sua terra anche grazie alla collaborazione del Frosinone. Biasci fa di tutto per tornare e Vandeputte lo stesso. Reparto offensivo al completo, da categorie di molto superiori se pensiamo che a gennaio è arrivato Brignola, un lusso per questa categoria.

In difesa serviva, invece, un altro leader esperto, oltre a capitan Martinelli e Scogliamillo e che fosse impattante con la categoria. Brighenti, reduce da un infortunio duro da superare, voleva rilanciarsi e ritrovare l’amico Iemmello avuto come compagno sempre nella provincia del Lazio in B. In porta Fulignati è da sempre stato un sinonimo di garanzia. E lo è stato anche questa volta. A centrocampo alla visione di Verna ed alle qualità di Sounas, la società in estate regala un giovane del Sassuolo: un tale Andrea Ghion, classe 2000 di cui sentiremo sicuramente parlare in futuro.

Poi la rosa lunga, con i vari Fazio, Pontisso, Curcio, Cianci che, pur sapendo di partire dietro nelle gerarchie di mister Vivarini, hanno dato un contributo vitale dimostrando di saper essere decisivi anche a partita in corso. Tutto questo per dimostrare il grandissimo sforzo della famiglia Noto che in Catanzaro e nella Calabria ha deciso di puntarci fortemente e di investirci dimostrando che anche le pagine più belle possono essere scritte nel cuore del Sud. Il patron catanzarese ora non si vuole fermare. Ora la Serie B come conquista, poi come conferma assidua, e poi chissà un altro sogno.

Per concludere, ovviamente, un plauso particolare va concesso a Pietro Iemmello, figlio di Catanzaro ora idolo per le giovani presenze. Quando è arrivato, anzi ritornato a gennaio dell’anno scorso in Calabria ha dichiarato di voler la Serie B in un anno e mezzo. Detto, fatto. Le prove generali condotte l’anno scorso sono state finalizzate oggi in quel dell’Arechi. Per uno che ha segnato tre gol in due presenze a San Siro, per uno che ha esordito all’Allianz Stadium in Serie A, fidatevi. l’impresa di riportare il Catanzaro è quella più dolce possibile. Quella che sognava da tanto, anche quando era lontano con altre squadre in categorie maggiori.

Nel calcio si sa per i giudizi, spesso, sono decisivi i risultati e quando un ragazzo, che viene da alcune stagioni negative, decide di rimettersi in gioco nella sua patria come minimo è un segno di un uomo coraggioso. Sì coraggioso. Perché ora che la Promozione in Serie B è diventata realtà anche i detrattori dello stesso numero 9 giallorosso saliranno sul carro, ma un dettaglio non è da sottovalutare: c’è chi era pronto a sferrare l’attacco nel caso in cui “Petru“, come lo chiamano nel suo quartiere originario di Murano, avesse steccato il colpo. Non è successo, anzi. Tutti quei record abbattuti hanno fatto sedere Iemmello vicino ad uno dei suoi idoli di una vita, Giorgio Corona che, nel 2004, aveva fatto sognare tutto il popolo giallorosso. Il centravanti catanzarese che allora era un bambino ora è diventato grande, tanto da riportare il Catanzaro in Serie B.

 

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